
Dopo il botta e risposta con Macron, Giorgia Meloni si riprende la scena in occasione delle dichiarazioni congiunte al termine del bilaterale a Roma col cancelliere tedesco Friedrich Merz, non si è lasciata scappare l’occasione per contrattaccare l’inquilino dell’Eliseo che in Albania aveva derubricato a “errore di interpretazione” le sue parole sul tema legato all’invio di truppe a Kiev.
“Bisogna essere seri sull’informazione. Guardiamoci dal divulgare false informazioni in merito a questo, ce ne sono a sufficienza di quelle divulgate dai russi”, il fendente scagliato dal francese, cui Meloni però ha risposto per le rime: “È necessario in un momento delicato come questo, mettiamola così, abbandonare un po’ i personalismi, che rischiano di minare un’unità dell’Occidente che è stata fondamentale e rimane fondamentale per risolvere il conflitto” tra Kiev e Mosca.
“Mi pare abbastanza chiaro – ha evidenziato Meloni – che tenere unito l’Occidente, che è stata la nostra forza dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, senza escludere nessuno e consentendo a tutti di esprimere il loro punto di vista, sia stata per l’Italia sempre una priorità”. Come a dire che invece per Parigi non è stato lo stesso. Riguardo poi all’invio di truppe, la premier ha detto di “prendere atto del fatto che non è più un tema di discussione” e che perciò, “nel momento in cui l’ipotesi dei soldati pare sia tramontata, a maggior ragione noi continuiamo a essere disponibili, come siamo sempre stati disponibili a partecipare a qualsiasi formato con i nostri partner europei e occidentali per raggiungere l’obiettivo della pace”.
Tornando poi ai negoziati che si sono svolti a Istanbul, Meloni ha espresso l’auspicio che “possa essere un primo timido passo verso un processo per una pace giusta e duratura, e che tenga ovviamente in debita considerazione le necessarie garanzie di sicurezza per la nazione aggredita”. Anche di questo Meloni ha discusso con Merz, accolto a Chigi nel tardo pomeriggio e poi ospitato a cena nella sede del governo con le rispettive delegazioni. Se il rapporto con Parigi resta ‘gelido’, infatti, quello con Berlino appare decisamente positivo. La premier davanti alla stampa ha parlato di un incontro “molto aperto, cordiale, ma soprattutto operativo e concreto, che credo rappresenti la smentita più efficace della presunta assenza di interesse da parte del nuovo governo tedesco nei confronti del rapporto con l’Italia”.
Anche perché, ha ricordato, “la profondità e la solidità delle relazioni tra le nostre due nazioni sono semplicemente impossibili da mettere in dubbio. Siamo nazioni amiche, alleate, e siamo anche le due principali economie manifatturiere d’Europa, i nostri sistemi produttivi negli anni sono stati sempre più interconnessi tra loro, quindi i nostri destini sono molto legati”. Col bilaterale andato in scena nella Capitale, perciò, “avviamo una nuova fase del nostro cammino che ci condurrà a ospitare all’inizio del 2026 il prossimo vertice intergovernativo”.
Un modo per chiudere le polemiche politiche che si sono sollevate a seguito di una rivelazione della testata Die Welt, secondo cui nell’accordo di coalizione fra i socialdemocratici della Spd e il blocco conservatore Cdu-Csu di Merz l’Italia sarebbe stata esclusa su insistenza della Spd dai partner strategici dell’asse europeo. “Per noi tedeschi l’Italia è più che mai un partner strategico irrinunciabile, in politica europea ed estera”, rimarca il cancelliere tedesco. Tra i vari dossier affrontati con Merz, ha spiegato Meloni, ci sono stati anche quello sul Medioriente (“siamo entrambi amici sinceri di Israele ma non possiamo restare indifferenti rispetto a quello che accade a Gaza”), quello legato ai flussi migratori (“è tra quelli che sicuramente ci stanno più a cuore e ho riscontro grandissima sintonia”) e quello su automotive e competitività.
“Rilanciare quella delle nostre imprese è una priorità che condividiamo”, ha rimarcato la premier, prima di ribadire che l’Ue deve “rimuovere quei dazi interni che rischiamo di autoimporci e che rischiamo di autoimporre ai nostri sistemi produttivi, alle nostre imprese”. Il dossier dei dazi, peraltro, potrebbe tornare d’attualità già domani a Chigi, visto che non si esclude un possibile incontro nel pomeriggio prima tra Meloni e il vicepresidente Usa JD Vance, e poi tra la premier e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, entrambi nella Capitale per partecipare alla cerimonia di inaugurazione del pontificato di Papa Leone XIV.