
ROMA – La data non c’è ancora, ma potrebbero tenersi a metà giugno i nuovi negoziati diretti tra russi ed ucraini. Dove? In Vaticano, con la mediazione della Santa Sede. Questo, almeno, stando alle anticipazioni del Wall Street Journal. Ma la stessa testata riferisce che Donald Trump, dopo aver parlato lunedì al telefono con Putin, avrebbe riferito ai leader europei come il presidente russo non intenda ancora mettere fine alle ostilità: “É convinto che stia vincendo”, sarebbero state le parole del presidente americano.
Diversi segnali, nelle ultime ore mostrano che effettivamente le forze russe stanno aumentando la pressione sul terreno, facendo ritenere ad alcuni osservatori che sia cominciata la prevista “offensiva d’estate”.
Intanto il Cremlino frena: “Non ci sono ancora accordi specifici sui prossimi incontri, questo è ancora da definire”, ha commentato il portavoce Dimtry Peskov. Nel giorno in cui il generale Andrei Mordvichev, decorato come eroe della Russia per i successi ottenuti nel conflitto, ha assunto l’incarico di nuovo comandante delle forze di terra, Putin ha annunciato che i soldati russi stanno creando una “fascia di sicurezza” lungo la frontiera con l’Ucraina. Un’operazione che, da quello che sembra di capire, dovrebbe comportare l’occupazione di una zona in territorio ucraino per mettere fine ai continui raid, specie con i droni, compiuti dalle forze di Kiev sulle regioni frontaliere russe. Anche nelle ultime ore le autorità locali hanno segnalato un civile ucciso nella regione di Bryansk e uno in quella di Kursk. I feriti sarebbero in totale 17.
Il sito russo di opposizione, Meduza scrive intanto che le forze di Mosca “hanno ottenuto i loro primi importanti successi nell’offensiva d’estate” nell’est dell’Ucraina, sfondando le difese ucraine lungo l’autostrada Pokrovsk-Konstantinovka, nella regione di Donetsk, con il probabile obiettivo di puntare a nord verso le città di Kramatorsk e Slovyansk.
Per quanto riguarda i tavoli negoziali, l’unico risultato concreto finora raggiunto, nell’incontro tra delegazioni russa e ucraina il 16 maggio a Istanbul, è stato l’accordo per uno scambio di prigionieri, mille per parte. Kiev e Mosca hanno reso noto di avere ricevuto le liste dei soldati di cui il nemico chiede la liberazione. Il Wall Street Journal scrive nel frattempo di aver saputo che anche il segretario di Stato Usa Marco Rubio dovrebbe presenziare ad un nuovo incontro tra le parti a metà giugno in Vaticano.
Nel frattempo, da Roma, Giorgia Meloni, dopo un faccia a faccia con la premier danese Mette Frederiksen, ha reso noto di aver sentito Trump ancora una volta nelle ultime ore, dopo i “contatti costanti con diversi leader a livello europeo e americano”.
Secondo la premier, “al di là di date e luoghi, la priorità a cui arrivare è che ci siano negoziati seri, in cui gli interlocutori vogliano tutti manifestare la disponibilità e la voglia di fare passi avanti. Questo è il centro del lavoro che dobbiamo fare adesso, per arrivare a un cessate il fuoco e un accordo di pace complessivo, che non può prescindere da garanzie sicurezza per l’Ucraina”. Intanto nella riunione dei ministri delle Finanze del G7 in Canada, il titolare del dicastero tedesco, Lars Klingbeil, ha assicurato che anche gli Usa hanno confermato di volere continuare ad aiutare Kiev.
“È diventato chiaro che all’interno del formato G7 il sostegno continuerà senza modifiche”, ha affermato Klingbeil, dopo che in precedenza, secondo Politico, Washington aveva manifestato resistenze ad inserire nella dichiarazione finale l’impegno a un “ulteriore sostegno” all’Ucraina ed erano riluttanti a definire “illegale” l’invasione russa. In serata Giancarlo Giorgetti ha confermato che nel comunicato finale sarà sottolineata una “posizione comune per il sostegno all’Ucraina”: quindi, ha sottolineato, una “vittoria italiana”, col nostro Paese che ha lavorato in questa direzione.
Nel sostegno a Kiev ci sarà l’impegno “affinché chiunque abbia fatto affari o favorito la Russia non entri nella ricostruzione dell’Ucraina”, ha spiegato il titolare dell’Economia. Le schermaglie diplomatiche dunque continuano in contemporanea con i bombardamenti reciproci tra Mosca e Kiev.
Nella notte tra mercoledì e giovedì le forze russe hanno attaccato l’Ucraina con un missile balistico Iskander-M (che secondo Mosca avrebbe colpito un sistema di difesa americano Patriot nella regione di Dnepropetrovsk) e 128 droni, di cui 112 sono stati intercettati. Il ministero della Difesa di Mosca afferma invece che 105 velivoli senza pilota ucraini sono stati neutralizzati su varie regioni della Russia, di cui 35 su quella della capitale.
Gli allarmi hanno provocato le chiusure temporanee dei quattro aeroporti internazionali di Mosca: Sheremetyevo, Domodedovo, Vnukovo e Zhukosvky. Oltre 160 voli hanno subito ritardi. Ma forse anche Putin, nonostante le prove di forza, sembra stanco di questa guerra. Il tavolo del Vaticano, alla fine, potrebbe rappresentare un’opportunità anche per lui. Se non decide di stravincere chiedendo la smilitarizzazione e l’isolamento dell’Ucraina.