E’ nato sotto il segno dei gemelli, Eddy Merckx : esattamente il 17 giugno 1945, mentre la guerra finiva e le strade d’Europa, devastate da bombe e mine, dovevano essere ricostruite. Compie 80 anni la leggenda del ciclismo, il campione più vincente di sempre. Che, prima di spengere tutte quelle candeline, confessa:”Sono davvero orgoglioso che così tante persone vogliano ancora festeggiare il mio 80° compleanno, a quasi 50 anni dalla mia ultima gara”.

Il belga Eddy Merckx, ha parlato domenica sera alla trasmissione ‘Viva le Vélo’ per Sporza, trasmissione sportiva belga. ‘Il Cannibale’ è nato il 17 giugno 1945 e continua ad allenarsi, nonostante un incidente in allenamento: “Va meglio l’anca ma non è come dovrebbe essere quindi avrò un intervento chirurgico all’anca in autunno. Re Filippo ha ricevuto Merckx giovedì, regalandogli una cornice con tre foto insieme a re belgi: dopo la vittoria al Tour de France del 1971 con Re Baldovino, con Alberto II che lo ha nominato barone nel 1996, e con Filippo a cui Merckx ha regalato la maglia gialla.

Il “cannibale” ha vinto la bellezza di 525 gare nella sua carriera tra il 1965 e il 1977, inclusi cinque Tour e Giri d’Italia a testa, tre titoli mondiali e innumerevoli classiche di un giorno.

“Non invidio la nuova generazione per i social media -commenta – sono contento che ai miei tempi non esistessero. I ciclisti sono sottoposti a una pressione molto maggiore della mia a causa dei media”, ha affermato.

Nel recente libro, “Inaccessible Merckx”, ha ricordato di aver vinto il suo primo titolo mondiale su una bici standard, senza alcuna personalizzazione, mentre oggi: “E’ tutto calcolato, digitalizzato. Accolgo con favore il progresso ma ciò che mi sconvolge in questo nuovo ciclismo è che il ciclista non gareggia per mesi. Ai miei tempi sarebbe stato impensabile. Dovevo pedalare sempre e ovunque, tre volte al giorno, se potevo”.