
WASHINGTON – Nella tarda serata del 21 giugno 2025 negli Usa (le 4 del mattino del 22 giugno in Italia), Donald Trump ha annunciato: “Un’operazione militare di grande successo in Iran. Questo è un momento storico per gli Stati Uniti d’America, Israele e il mondo. L’Iran deve ora accettare di porre fine a questa guerra”.
Quasi immediata la reazione iraniana, con fitto lancio di missili su Israele. Con danni agli edifici e decine di feriti. Il Times of Israel riferisce che “il ministero della Salute israeliano ha aggiornato a 86 il numero dei feriti arrivati negli ospedali dopo l’ultima ondata di attacchi missilistici iraniani, di cui la maggior parte in buone condizioni”.

Ma torniamo all’attacco Usa ai siti nucleari iraniani. Decine di Stealt2 hanno bombardato la base sotterranea realizzata nelle viscere della montagna di Fordow, mentre 30 missili Tomahawk sono stati lanciati contro gli altri due siti nucleari Natanz ed Esfahan.
“Abbiamo completato con successo il nostro attacco ai tre siti nucleari in Iran, tra cui Fordow, Natanz ed Esfahan. Tutti gli aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano. Un carico completo di bombe è stato sganciato sul sito principale, Fordow. Tutti gli aerei stanno rientrando sani e salvi”, ha scritto Trump sul suo social Truth.
Prima dell’annuncio dell’attacco, Trump aveva dichiarato che avrebbe valutato l’intervento diretto degli Stati Uniti nel conflitto in Medio Oriente nell’arco delle prossime due settimane.
La decisione di coinvolgere direttamente gli Stati Uniti nella guerra arriva dopo oltre una settimana di attacchi israeliani contro l’Iran, che hanno sistematicamente smantellato le difese aeree e le capacità missilistiche offensive del Paese, danneggiandone al contempo gli impianti di arricchimento nucleare.
Nel corso di una conferenza stampa, annunciata dallo stesso Trump, il presidente americano ha definito l’Iran “il bullo del Medio Oriente”, parlando della possibilità di ulteriori attacchi nel caso in cui non ci dovesse essere una pace in Medio Oriente: “Se non lo facessero, gli attacchi futuri sarebbero molto più grandi e più facili”.
Trump ha descritto l’attacco come una risposta a un problema che si annidava da tempo, anche se l’obiettivo principale era quello di impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari: “Per 40 anni l’Iran ha dichiarato morte all’America, morte a Israele”, ha affermato Trump -. Hanno ucciso la nostra gente, facendo saltare loro le braccia, facendo saltare loro le gambe con bombe piazzate ai lati delle strade”.
Trump ha affermato di aver lavorato “in squadra” con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, sottolineando che nessun esercito al mondo, a parte quello statunitense, avrebbe potuto portare a termine un attacco simile.
Lo stesso Netanyahu ha elogiato la decisione di Trump di attaccare i siti nucleari dell’Iran tramite un videomessaggio pubblicato su X, indirizzato al presidente americano: “La vostra coraggiosa decisione di colpire gli impianti nucleari iraniani, con la straordinaria e giusta potenza degli Stati Uniti, cambierà la storia”, ha affermato Netanyahu, ribadendo che gli Stati Uniti “hanno fatto ciò che nessun altro Paese al mondo avrebbe potuto fare”.
Il presidente degli Stati Uniti ha avvertito nel suo discorso che non esiterà a colpire altri obiettivi in se la pace in Medio Oriente non dovesse arrivare rapidamente: “O ci sarà la pace o ci sarà una tragedia per l’Iran, molto più grande di quella a cui abbiamo assistito negli ultimi otto giorni”, ha affermato. Secondo il leader Usa “restano ancora molti obiettivi: Se la pace non arriverà rapidamente, colpiremo gli altri obiettivi con precisione, velocità e abilità”.
L’agenzia nucleare iraniana ha confermato gli attacchi ai siti atomici di Fordo, Isfahan e Natanz, ma ha insistito sul fatto che il suo lavoro non verrà interrotto. Dopo l’attacco i Guardiani della rivoluzione iraniani hanno affermato che “adesso è iniziata una nuova guerra”. Anche Hazam al-Assad, leader Houthi dello Yemen, ha minacciato gli Stati Uniti su X: “Washington affronterà le conseguenze”.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha dichiarato di essere “gravemente allarmato” dalla “pericolosa escalation” di attacchi dei bombardieri americani ai siti nucleari in Iran: “C’è un rischio crescente che questo conflitto possa rapidamente sfuggire al controllo, con conseguenze catastrofiche per i civili, la regione e il mondo. In questo momento pericoloso è fondamentale evitare una spirale di caos”.
MELONI – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sta seguendo con la massima attenzione la crisi in Iran e ha convocato per la mattinata una riunione in videoconferenza con i ministri interessati, con il sottosegretario Alfredo Mantovano e con i vertici dell’intelligence. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi.
BOLLETTE IN ITALIA – “L’escalation militare tra Stati Uniti e Iran corre il rischio di generare una nuova emergenza energetica per l’Italia: le bollette energetiche delle piccole e medie imprese italiane potrebbero aumentare fino a 6.000 euro nel solo terzo trimestre del 2025, a causa del rialzo dei prezzi del gas e del petrolio sui mercati internazionali. L’impatto complessivo sull’inflazione, se la crisi dovesse protrarsi per almeno tre mesi, è stimato fino a +0,8 punti percentuali, con un ritorno del tasso annuo in viaggio verso il 3%”.
È quanto segnala il Centro studi di Unimpresa, secondo cui le imprese energivore sono già in sofferenza: “se i rincari si consolidano, l’intero sistema produttivo italiano rischia di perdere competitività. E i costi, inevitabilmente, si scaricheranno sui consumatori finali. Particolarmente colpiti i settori metallurgico, ceramico, alimentare, carta e vetro, ma anche la piccola manifattura e l’artigianato sono esposti a forti rincari. In parallelo, il carovita colpirà soprattutto beni di largo consumo come pasta, pane, latte e trasporti”.