
FIRENZE – Il Consiglio regionale della Toscana ha respinto oggi, 25 giugno 2025, ha respinto una mozione presentata da Fdi in seguito alla vicenda di Ilaria Bugetti, indagata per corruzione dalla procura di Firenze, dopo le sue dimissioni da sindaca di Prato. Con 23 voti contrari e 12 favorevoli.
Il capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli, motivando il voto contrario, ha parlato di “una mozione sbagliata, inopportuna, che chiede ‘indagini’ parallele a quelle della magistratura. Quando la magistratura indaga la pubblica amministrazione fa una sola cosa: si mette a disposizione, apre i cassetti, facilita la ricerca della verità”. “E non accettiamo lezioni di garantismo – ha aggiunto Ceccarelli nel corso del dibattito – da chi fino a poco tempo fa, a partire dalla presidente Meloni, cavalcava le inchieste per trarre vantaggio elettorale. Se l’intento era quello di capire come si è mossa la Regione su alcune questioni, lo strumento più adatto era l’interrogazione”.
Da Marco Martini, consigliere regionale Pd eletto a Prato, “solidarietà, piena vicinanza e affetto ad Ilaria Bugetti che sono certo saprà dimostrare la sua estraneità ai fatti e la correttezza del suo lavoro, correttezza che l’ha sempre contraddistinta in questa Assemblea legislativa e alla guida della commissione, sia a livello politico che morale”. Il consigliere Fdi Diego Petrucci ha sottolineato che “è grave che il governatore Giani non si sia presentato oggi in Aula in occasione della discussione della nostra mozione. Abbiamo presentato un atto prudente, rispettoso di Ilaria Bugetti e del lavoro della magistratura, garantista, ma la risposta della maggioranza è stata come sempre arrogante e prepotente”. La mozione presentata da Fratelli d’Italia, ricorda Petrucci, “chiedeva di verificare e scongiurare l’eventuale presenza di atti o procedimenti viziati da condotte illecite o riconducibili ad attività corruttive che abbiano coinvolto il Consiglio regionale. Le condotte che vengono contestate ad Ilaria Bugetti, toccano direttamente anche il suo ruolo di presidente della commissione attività produttive. Ci auguriamo sinceramente che Bugetti possa chiarire al più presto la propria posizione”.
Per la capogruppo della Lega Elena Meini, “fermo restando che siamo e rimaniamo garantisti sul caso Bugetti”, “abbiamo comunque redatto un’interrogazione, di cui attendiamo risposta, in cui chiediamo quale sia il motivo tecnico ed amministrativo che giustifichi la modifica del decreto 3389 del marzo 2020, e quali sarebbero gli eventuali vantaggi per il richiedente”. Secondo Meini “considerato che tale documento costituisce elemento d’indagine giudiziaria, riteniamo che la Giunta debba modificarlo o revocarlo come forma di autotutela”.
La mozione, primo firmatario il capogruppo Fdi Vittorio Fantozzi, impegnava la Giunta toscana “ad attivare con urgenza un’indagine interna, al fine di verificare e scongiurare che eventuali attività corruttive, oggetto dell’inchiesta giudiziaria che coinvolge l’ex presidente della commissione consiliare sviluppo economico Ilaria Bugetti, abbiano coinvolto strutture interne della Regione Toscana o viziato l’adozione di provvedimenti da parte degli organi regionali competenti”. Nell’impegnativa si chiedeva inoltre di “accertare che le presunte attività di corruzione contestate dalla procura all’ex presidente Bugetti non abbiano avuto ricadute sull’operato della seconda commissione consiliare”.
Nell’illustrare l’atto, Fantozzi, ha spiegato come “le recenti vicende ci impongono, con gli strumenti a nostra disposizione, di dare un supporto nel fare chiarezza rispetto a fatti che toccano da vicino la nostra Regione. Non tocca a noi pronunciare condanne, ma siamo nelle condizioni, per il ruolo che ricopriamo, di poter vigilare e chiedere trasparenza e rigore”. Cristina Giachi (Pd), dopo aver espresso solidarietà “a tutte le persone coinvolte in questa delicata fase di accertamento, che ha un impatto devastante sulla loro vita non solo professionale”, ha voluto evidenziare come “la debolezza del ragionamento è nella parola ‘presunte’. Finché la magistratura, e non la politica, non le avrà accertate, le condotte corruttive non esistono.
“Credo che nessuno debba dare lezioni di morale – ha dichiarato il capogruppo Fi Marco Stella -. Soprattutto dopo che all’inizio di legislatura è stato mandato a casa Ledo Gori, che è stato poi assolto. Mentre in Liguria avete chiesto le dimissioni del governatore Toti. Quello che viene chiesto nell’atto è solo un accertamento interno”. Valentina Mercanti (Pd) ha definito la mozione “faziosa”, “sebbene siamo in periodo elettorale, io vorrei evitare che quest’aula diventasse un’aula di tribunale aggiunta”. Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo è intervenuto per precisare che l’assessore Monia Monni aveva annunciato la sua assenza per motivi medici e che “in ogni modo le risposte alle interrogazioni sopravvengono in forma scritta entro tre giorni”.
Silvia Noferi (Gruppo misto – Europa Verde) ha citato il caso di Bibbiano, “in cui eravamo tutti pronti a condannare gli esponenti coinvolti nella vicenda, che poi si è risolta in una bolla di sapone. Prima di esprimere un giudizio politico è meglio aspettare l’esito delle indagini e dei processi”. Il portavoce dell’opposizione Alessandro Capecchi ha voluto ricordare come Ilaria Bugetti si sia dimessa “all’indomani di una riunione col capo del proprio movimento politico, non su pressione della piazza del centro destra”. Parlando dell’impegnativa della mozione ha poi ribadito che “si chiede inoltre di verificare che non ci siano state falle nel piano anticorruzione. A noi pare una procedura del tutto ragionevole”.
“Nessuno vuole fare gogna mediatica – ha affermato il vicepresidente del Consiglio regionale Marco Landi (FdI) – e non posso che essere umanamente vicino a Ilaria Bugetti. Noi non vogliamo fare sciacallaggio, però voglio ricordare che nel 2011, quando ci fu la vicenda giudiziaria che coinvolse l’allora sindaco di Prato Roberto Cenni, il Pd ne chiese in piazza le dimissioni”.