
FIRENZE – Si è costruito in zone già ad alto rischio. Per questo è aumentato, in Toscana, il rischio “bombe d’acqua” e quello idrogeologico più in generale.
“Il cambiamento climatico è una realtà di cui dobbiamo prendere atto”, ma anche “perché c’è un aumento di consumo di suolo”. Lo ha affermato Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, che ha firmato un accordo con l’Università di Firenze per aggiornare e ampliare la mappa della pericolosità da alluvioni improvvise (‘flash flood’), con particolare attenzione agli effetti dei cambiamenti climatici.
L’accordo, ha spiegato Gaia Checcucci, consente di “inserire variabili” nella mappatura della pericolosità “che non sono solo quelle climatiche, ma sono dati idrologici, di pendenza del territorio, dati morfologici, e consumo di suolo, che è una variabile importante, che incrociata con la propensione a questo tipo di rischi di alcuni bacini che abbiamo individuato in mappa dovrà essere valutata attentamente dalle autorità e da chi detiene la titolarità soprattutto dello sviluppo urbanistico”.
“Questo incrocio – prosegue Checcucci – darà risultati che saranno a disposizione delle autorità competenti. Noi partiamo dall’assunto che conoscere sempre meglio il territorio significa pianificare e significa poi poter prevenire e gestire il rischio in modo adeguato”.
Nelle intenzioni dei firmatari dell’accordo lo studio sarà importante per quanto riguarda le alluvioni improvvise che riguardano bacini di piccole dimensioni spesso non monitorati e non sufficientemente conosciuti. “La mappatura dei bacini idrografici propensi ad essere soggetti a tali eventi – ha detto Enrica Caporali dell’università di Firenze – diventa uno strumento particolarmente adatto ai fini della riduzione delle pericolosità di tali eventi e la definizione degli interventi per la riduzione degli impatti”.