
FIRENZE – l’87° Festival del Maggio Musicale Fiorentino s’impreziosisce con Caravaggio, balletto inedito per l’Italia in due atti con protagonista l’Étoile internazionale Roberto Bolle affiancato da un cast di grandi talenti nella Sala Grande del Teatro del Maggio il 9 maggio alle 20; il 10 maggio alle 15 e alle 20 e l’11 maggio alle 15.30. Lo spettacolo, ideato da Mauro Bigonzetti, fu pensato nel 2008 per lo Staatsballett Berlin diretto da Vladimir Malakhov. La musica è stata riorchestrata dal compositore e direttore d’orchestra Bruno Moretti, che ha lavorato su brani composti da Claudio Monteverdi tratti dall’Orfeo; dal Combattimento di Tancredi e Clorinda, dall’Incoronazione di Poppea e dal Settimo libro dei madrigali; nuovi le scene e i costumi.
Il sovrintendente Carlo Fuortes ha raccontato di come l’idea sia nata proprio al Teatro del Maggio lo scorso anno durante le riprese di Viva la danza: “Insieme a Roberto Bolle e al Sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazziragionammo su cosa poter fare per valorizzare la danza. Nacque dunque l’idea di mettere in scena Caravaggio […]. È interessante sottolineare che questa produzione, nata in cooperazione con il Ministero della Cultura, coinvolge anche un soggetto privato, ossia ArteDanza”.
Promotore del progetto nonché interprete e protagonista è proprio l’Étoile scaligera, ambasciatore della cultura italiana nel mondo e portavoce del balletto come forma d’arte accessibile e dedicata a tutti e che al Teatro del Maggio ha esordito nell’autunno del 1999. Accanto a lui alcuni tra i migliori danzatori solisti di caratura internazionale, insieme ad un corpo di ballo creato per l’occasione tramite audizione che comprenderà circa 30 giovani ballerini. “La danza porta tanti valori, valori in cui credo fortemente” ha affermato Roberto Bolle “e serate come queste sono importanti perché oltre a trasmettere tutto ciò riescono a lasciare dei segni; essere riusciti a portare Caravaggio qui in Italia per la prima volta mi dà delle sensazioni davvero uniche. È importantissimo per me infondere al pubblico le emozioni che ho vissuto danzando nelle sale deserte con i capolavori di Caravaggio appesi alle pareti. Interpretare, in quel contesto, questo geniale artista è stata una sensazione meravigliosa: è come se la forza stessa del Caravaggio fosse entrata dentro il mio animo, in un modo assolutamente indelebile”.
Lo spettacolo s’ispira alle opere del pittore italiano Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, di cui Bigonzetti mette in risalto la complessità della figura, esaltando gli aspetti che compongono sia l’uomo che l’artista. Da un lato il suo travagliato mondo interiore, mosso da un animo particolarmente inquieto, e dall’altro il racconto attraverso l’espressione della sua arte. Caravaggio, seguendo l’interrelazione di questi due aspetti, diventa pertanto un balletto psicologico e drammatico, che dal punto di vista drammaturgico ha le sue “note” ricorrenti nel solo, nei duetti, terzetti e quartetti, inframmezzati da scene corali che allentano la tensione e imprimono il moto a un’azione sostanzialmente incentrata sull’io caravaggesco.
Grazie alla scenografia e alle luci, firmate da Carlo Cerri, l’unione tra i due mondi si ramifica, esaltando la suggestiva coreografia e valorizzando il movimento dei corpi. I costumi dello spettacolo sono di Lois Swandale e Kristopher Millar.
Il balletto: Sul finire del 1500 Caravaggio, ventenne, approda a Roma, attraversata da una moltitudine variegatissima fatta di monsignori e gentiluomini, soldati e saltimbanchi, pellegrini e nulla-facenti, zingare e prostitute; su tutta questa varietà infinita di corpi, sguardi, ricchezze e miserie egli concentra il suo sguardo, ne studia i caratteri, li assimila per poi renderli in quelle opere che diverranno gli elementi di una vera e propria rivoluzione artistica. Da quella che ora è chiamata piazza Navona sino al Corso, dalla Scrofa a Campo de Fiori, con voracità nei confronti della vita, Caravaggio attraversa le strade di Roma e contemporaneamente si nutre di quella realtà. L’arte e la vita di questo artista sono un binomio inscindibile. Le sue opere si riempiono di una forza espressiva che è quella che scaturisce da una realtà vissuta apertamente, la sua arte diviene un’istantanea di quella realtà. Tre delle quattro firme in locandina di questo balletto su Caravaggio sono nate a Roma e vi hanno vissuto gli anni formativi della loro adolescenza. Passeggiare per quelle stesse strade che, strette tra due file di palazzi nelle quali la luce filtra tagliente dagli angoli, si aprono improvvise su piazze inondate di luce creando quell’alternanza tra luce e ombra che è propria di un gioco teatrale, significa respirare le stesse visioni di Caravaggio e sentire di farne parte. Entrare in una delle infinite chiese romane e scoprirvi i segni del suo passaggio, fissati in un’opera all’epoca rivoluzionaria, significa inevitabilmente subire un forte indirizzo su un’estetica che si sta formando. Ecco l’essenza di questo balletto su Caravaggio: trasmettere il senso di un’estetica e di una cultura artistica che si son formate respirando la sua stessa aria. La sintesi di tutti gli elementi, danza, musica e visione, senza alcuna tentazione all’iconografia, cerca di rendere quel concetto dell’arte che scaturisce dalla vita. Il movimento di corpi che traggono ispirazione e forza dall’esperienza del vissuto e trova il suo sviluppo nella composizione del gesto che ne scaturisce, disegna le linee di una coreografia contemporanea e passionale che si muove sempre nel rigore della tecnica.
Visivamente, una grande cornice sospesa evoca l’attesa dell’opera che nasce dalla vita e il palcoscenico diviene il luogo della rappresentazione delle passioni umane. Quelle stesse passioni umane che, musicalmente, Monteverdi utilizza per la sua rappresentazione del sacro, attingendo alla stessa matrice popolare a cui ha attinto Caravaggio. La costruzione della struttura musicale segue la stessa esigenza di sintesi estetica, si dipana in un prologo alla moda barocca dove il protagonista si incontra col personaggio allegorico che lo rappresenta, in questo caso la Luce. Un primo atto che incontra le vicende umane di Caravaggio ed un secondo atto che si immerge nell’arte che sgorga da quelle vicende e dalle quali egli ha tratto la forza di una visione dirompente che si trasfigura in una narrazione.
Preceduto la guida all’ascolto di Sabrina Vitangeli nel Foyer di Galleria della Sala Grande, riservata ai possessori del biglietto, 45 minuti prima dell’inizio dello spettacolo (durata: 30 minuti circa).
Caravaggio. Balletto in due atti
Sala Grande del Teatro del Maggio (Piazza Vittorio Gui)
Venerdì 9 maggio 2025 ore 20
Sabato 10 maggio 2025 ore 15
Sabato 10 maggio 2025 ore 20
Domenica 11 maggio 2025 ore 15.30
Coreografia Mauro Bigonzetti Assistenti alla coreografia Roberto Zamorano, Carlos Prado Musica Bruno Moretti, da Claudio Monteverdi Scenografia e luci Carlo Cerri Costumi Lois Swandale, Kristopher Millar
Caravaggio Roberto Bolle (Teatro Alla Scala, Milano)
La Luce Maria Khoreva (Balletto Mariinskij, San Pietroburgo)
Il Buio Anastasia Matvienko (International Guest Artist)
La Bellezza Ekaterine Surmava (Ballett Dortmund, Dortmund)
Solista Uomo 1 Gioacchino Starace (Teatro Alla Scala, Milano)
Solista Uomo 2 Ildar Young (International Guest Artist)
La Zingara Vania De Rosas I Bacchi Luca Curreli Rose, Federico Labate Compagnia: Manon Avrillon-Rivault, Nicole Ciavarella, Anna Maria Ciccarelli, Sofia Cracolici, Susanna Elviretti, Eliz Duygu Erkut, Sofia Fenu, Chiara Ferraioli, Gaia Foglini, Clarissa Pace, Sofia Pagani, Zeudi Testa, Flavio Altieri, Nicola Barbarossa, Stefano Capoferri, Mario Consolazio, Francesco Curatolo, Damiano Gorgoglione, Giacomo Mandolini, Valentino Neri, Luigi Peragine, Daniele Ruggiero, Mattia Teora, Douglas Israel Zambrano Vera
Solo ascolto: 10€ – Visibilità limitata: 15€ Galleria: 35€ Palchi: 45€ – Platea 4: 65€ – Platea 3: 75€ – Platea 2: 90€ -Platea 1: 110€, in vendita anche direttamente sul sito del Maggio
Prima parte: 55 minuti | Intervallo: 30 minuti | Seconda parte: 35 minuti
Durata complessiva 2 ore circa