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Firenze, 87º Festival del Maggio: «War Requiem» di Britten diretto da Ceretta

Firenze, 87º Festival del Maggio: «War Requiem» di Britten diretto da Ceretta

L’ORT e l’Orchestra del Maggio provano con Diego Ceretta (foto social)

FIRENZE – Al Teatro del Maggio, per l’87º Festival del Maggio Musicale Fiorentino, sabato 3 maggio 2025 alle 20, Diego Ceretta è sul podio della Sala Grande alla guida dell’Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, dell’Orchestra della Toscana (ORT), della quale Ceretta è il direttore principale, e del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio per il giustamente celebre War Requiem op. 66 per soli, coro, coro di ragazzi, orchestra e orchestra da camera di Benjamin Britten.

Questo capolavoro di Britten fu eseguito per la prima volta per la consacrazione della nuova Cattedrale di Coventry, costruita dopo che la struttura originale del XIV venne quasi rasa al suolo durante un bombardamento nella Seconda Guerra Mondiale. Il compositore decise anche di non utilizzare solamente il testo latino tradizionale del Requiem: voleva una testimonianza e, dopo alcune ricerche, decise di utilizzare i testi poetici di Wilfred Owen, poeta britannico che aveva vissuto la Grande Guerra e che vi venne ucciso in azione il 4 Novembre 1918.

Nel corso della prima esecuzione del maggio 1962 i tre solisti furono Peter Pears e Dietrich Fischer-Dieskau, inglese l’uno e tedesco l’altro, che rappresentavano la ritrovata armonia tra Inghilterra e Germania, mentre il soprano designato era Galina Višnevskaja, russa, a rappresentare la pacificazione con l’universo sovietico, che però non poté essere scritturata e venne sostituita da Heather Harper.

Il 3 maggio l’intenzione viene ripresa e realizzata, a riprova di quanto la musica possa essere una voce straordinaria e capace di abbattere muri che, altrimenti, sembrerebbero invalicabili: le tre voci soliste, che ‘rinnovano’ il messaggio di Britten per la pace e l’armonia fra i popoli del mondo, sono il soprano russo Elizaveta Shuvalova, talento dell’Accademia del Maggio; il grande tenore inglese Ian Bostridge, che giunge con questa alla sua 98esima esecuzione del War Requiem della sua carriera, e il baritono tedesco Dietrich Henschel, fra i protagonisti del Doktor Faust andato in scena a Firenze con gran successo nell’inverno del 2023. 

La serata nasce in collaborazione con l’Orchestra della Toscana, un binomio prezioso e così descritto da Daniele Spini, direttore artistico dell’ORT: “La collaborazione fra Maggio Musicale Fiorentino e Orchestra della Toscana trova in questa produzione un momento specialmente intenso. A guidare i complessi del Maggio è Diego Ceretta, direttore principale dell’ORT, e dall’ORT è espresso il gruppo di musicisti che interagisce con i solisti di canto come orchestra da camera”.

La notte del 14 novembre 1940 i bombardamenti tedeschi rasero al suolo Coventry, distruggendo anche la cattedrale di Saint Michael, edificio simbolo della città. Occorsero più di vent’anni per ricostruirla e farla tornare allo splendore di un tempo. Per la cerimonia celebrativa di riconsacrazione, avvenuta il 30 maggio 1962, venne chiesto a Benjamin Britten di comporre un’opera per ricordare le vittime della guerra e nacque così il War Requiem op. 66 per soli, coro, coro di ragazzi, orchestra e orchestra da camera. La commissione del Requiem rappresentò per Britten non solo l’occasione per ricordare i caduti, ma anche per denunciare l’orrore e la follia che caratterizzano ogni evento bellico in qualunque luogo o tempo si svolga. Da qui la scelta di congiungere piani poetici e musicali differenti, che sono il tratto distintivo di quest’opera. Il compositore scelse infatti di mettere in musica le sezioni della missa pro defunctis della liturgia latina (Introitus; Sequentia; Offertorium, Sanctus; Agnus Dei; Libera me) inframezzandole con alcune liriche di Wilfred Owen, giovane poeta inglese morto al fronte durante la Prima Guerra mondiale.

Al soprano e al coro, accompagnati dalla grande orchestra, sono affidate le preghiere della messa in latino; al tenore e al baritono, sostenuti dall’orchestra da camera, spetta il compito di dar voce a due soldati immaginari che nei versi poetici di Owen si interrogano sul significato della morte e sull’orrore della guerra; mentre al coro dei ragazzi, simbolo di purezza e innocenza, è affidato il messaggio di speranza in un mondo pacificato. Sui rintocchi delle campane, fil rouge della composizione, il coro sussurra la secolare preghiera (Requiem aeternam). Emblematico il finale in cui le voci dei due soldati un tempo nemici invocano insieme il sonno eterno.

Biglietti da 15 a 70 euro, in vendita anche sul sito del Maggio senza d.p. 

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