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Firenze, Maggio Musicale: debutta l’opera buffa «Der Junge Lord» di Henze

Firenze, Maggio Musicale: debutta l’opera buffa «Der Junge Lord» di Henze

FIRENZE – Per l’87esimo Festival del Maggio Musicale Fiorentino, nella Sala Grande del Teatro del Maggio, domenica 25 maggio alle 17 arriva un titolo davvero da festival: Der junge Lord di Hans Werner Henze, per la prima volta a Firenze e prima rappresentazione in Italia in lingua originale; sul podio, alla guida dell’Orchestra, del Coro del Maggio Musicale Fiorentino e del Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio, c’è Markus Stenz. Repliche mercoledì 28 ore 20 e sabato 31 ore 15.30

.Nel cast l’attore Giovanni Franzoni è Sir Edgar; corposa la compagnia di canto: Levent Bakirci è Sein Sekretär (il suo segretario), Matteo Falcier è Lord Barrat, Marily Santoro è Luise, Caterina Dellaere è Begonia, Andreas Mattersberger è Der Bürgermeister, Marina Comparato è la Baronin Grünwiesel, Marily Santoro è Luise e Antonio Mandrillo è Wilhelm. Inoltre un buon numero di talenti usciti dall’Accademia del Maggio o ancora in corso: Yurii Strakhov è Oberjustizrat Hasentreffer, Gonzalo Godoy Sepúlveda è Ökonomierat Scharf; il Professor von Mucker è interpretato da Lorenzo MartelliAloisia de Nardis veste i panni di Frau Oberjustizrat Hasentreffer, Nikoletta Hertsak interpreta Ida; Letizia Bertoldi è Ein Kammermädchen; Ioanna Kykna è Frau von Hufnagel e Davide Sodini è Ein Lichtputzer. Circensi Giulia Cammarota, Andrea Fantauzzi, Marco Migliavacca; figuranti speciali Filippo Beltrami, Vittorio Bentivoglio, Dario Tamiazzo, Leonardo Paoli, Simone Ticci.

Regia di Daniele Menghini; i ballerini della Compagnia KOMOCO che danzeranno sulle basi della coreografia curata da Sofia Nappi; l’assistente alla coreografia è Adriano Popolo Rubbio. In questo nuovo allestimento le scene sono di Davide Signorini, i costumi di Nika Campisi e le luci di Gianni Bertoli.

Il direttore Markus Stenz osserva: «Credo che Der junge Lord sia già definibile un classico e non una composizione contemporanea. È anche un delizioso esempio di opera buffa, creata con il prezioso contributo della librettista Ingeborg Bachmann; amo inoltre che quest’opera sia veramente puro teatro e che vada decisamente oltre a quelle che sono le nostre aspettative del mondo digitale moderno: ristabilisce il concetto del ‘fare teatro per il teatro’. Tutti gli effetti speciali sono naturali e creati dalle persone stesse e il palcoscenico è colmo: ci sono attori, il coro, i giovani del Coro delle voci bianche e i figuranti. Quest’opera è il massimo del divertimento insomma, ma al contempo è anche impressionantemente profonda. Lavorare con Daniele Menghini è stato molto stimolante, apprezzo molto la sua visione dell’opera, è sì capace di raccontare questa storia esattamente per quello che essa vuole trasmettere, ma è stato anche in grado di farlo con tanta creatività: questo permette di capire l’opera senza la necessità di conoscerla prima e la storia, semplicemente, si sviluppa davanti agli occhi del pubblico».

«15 cantanti, il nostro fantastico Coro, un Coro di voci bianche, un nutrito cast vocale, attori, danzatori, circensi sul palco e che si “muovono” tra delle scene molto impegnative immaginate dal regista e costruite nei nostri laboratori», evidenzia il Sovrintendente Fuortes, che da anni cercava l’occasione di mettere in scena quest’opera che gli appare ancora attualissima, trattando « temi di diversità, di difficoltà di comprensione all’interno della società». 

«È un’opera corale, imprevedibile e a tratti scorretta che, se da un lato guarda alla tradizione, dall’altra la deforma con quel cinismo grottesco che solo i tedeschi sanno trasmettere. Il finale, inaspettato, ci fa domandare: che cosa siamo disposti a sacrificare della nostra civilissima umanità per apparire meno bestiali e brutali di quanto siamo in realtà?”», osserva il regista.

Der junge Lord fu composta nel 1964 su libretto dell’amica scrittrice Ingeborg Bachmann, la quale si ispirò alla fiaba La scimmia come uomo di Wilhelm Hauff, favolista tedesco del XIX secolo. Il debutto alla Deutsche Oper di Berlino il 7 aprile 1965 sotto la direzione di Christoph von Dohnányi fece scalpore e l’opera fu allestita nei maggiori teatri europei; fu data a Roma nel dicembre 1965, ma nella versione ritmica in italiano di Fedele D’Amico, e nella Penisola non è stata più ripresa.

In un’immaginaria cittadina tedesca di provincia la vita degli abitanti viene stravolta dall’arrivo di un nobile inglese, l’enigmatico Lord Edgar col suo seguito di personaggi bizzarri, inclusi schiavi e una vasta collezione di animali. Inizialmente schivo, diventa socievole dopo il presunto arrivo di un nipote, quello del titolo: il giovane Lord Barrat, che attrae e inquieta gli altri protagonisti dell’opera con i suoi strani modi di fare. Lord Barrat si comporta in modo eccentrico, ma i cittadini ne sono affascinati, cercano di compiacerlo e iniziano a imitare le sue azioni. Se ne invaghisce Luise, la pupilla della baronessa locale, in precedenza innamorata di dello studente Wilhelm. Alla fine, nella danza in cui culmina l’atto, a Lord Barrat scivolano via gli abiti e si scopre che è una scimmia addestrata. Nonostante siano presenti elementi tipici dell’opera comica di tradizione settecentesca, quella di Henze è una riflessione amara sull’ipocrisia della società benpensante e sull’emarginazione dell’individuo, tematiche tradotte in una scrittura a tratti tagliente, benché inserita nel rassicurante ambito della tonalità.

Nuovo allestimento. Durata complessiva 2 ore e 30 minuti circa, intervallo incluso

Biglietti: Solo ascolto: 10€ (solo in biglietteria quando la sala è piena) Visibilità limitata: 15€ Platea 6 e Galleria: 35€ Platea 5 e Palchi: 45€ Platea 4: 65€  Platea 3: 75€  Platea 2: 90€  Platea 1: 110€ (repliche) Platea 1: 130€ (prima recita), in vendita anche direttamente sul sito del Maggio senza l’aggiunta dei diritti di prevendita

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