TORINO – Presentato “Il benessere equo e sostenibile dei territori – Report città metropolitane – 2024” diffuso dall’Istituto Nazionale di Statistica che consente di confrontare 14 città metropolitane, nelle quali dove vive il 36,2% della popolazione, con il resto al resto del Paese, in base ad alcuni specifici focus tematici, tra cui anche la percezione di degrado e di sicurezza nella zona in cui si vive e la soddisfazione per la vita.
“Considerando l’insieme delle 62 misure provinciali di benessere relative agli 11 domini del Bes dei territori, nelle città metropolitane del Nord e del Centro, la maggioranza degli indicatori evidenzia condizioni di vantaggio rispetto alla media nazionale, mentre nel Meridione prevalgono gli svantaggi, con l’eccezione positiva di Cagliari. Firenze, Milano e Bologna si distinguono con oltre il 75 per cento degli indicatori con valori sopra la media nazionale. Sono soprattutto alcuni indicatori dei domini innovazione, ricerca e creatività e qualità dei servizi a raggiungere in queste città metropolitane i valori più alti”.
“Torino, Genova e Venezia – viene ancora riferito nel rapporto – mostrano percentuali di vantaggio leggermente inferiori, pari rispettivamente al 72,6 per cento, 67,7 per cento e 59,7 per cento. Roma che presenta un vantaggio nel 54,8 per cento degli indicatori ma anche forti contrasti, si colloca in una posizione intermedia facendo idealmente da spartiacque tra i profili delle città metropolitane del Centro-nord e del Mezzogiorno”.
Tra le città metropolitane del Meridione – riferisce ancora l’Istat -, la quota più elevata di svantaggi si riscontra a Reggio di Calabria (79,0 per cento), seguita da Catania, Napoli e Messina con percentuali superiori al 70 per cento e Palermo e Bari poco sotto (67,7 e 64,5). Cagliari si distingue positivamente con una quota di vantaggi del 61,3 per cento, superiore a quella di Roma. Dal confronto tra gli 11 domini del Benessere, il quadro più critico, per il complesso delle 14 città metropolitane, emerge nel dominio ‘ambiente’, dove circa due terzi degli indicatori si attestano su livelli di benessere inferiori alla media nazionale.
Al contrario, i maggiori punti di forza si concentrano nel dominio ‘qualità dei servizi’, con due terzi degli indicatori con valori superiori alla media italiana. Il dominio ‘Istruzione e formazione’ evidenzia i contrasti più marcati, presentando una distribuzione equilibrata tra posizioni di vantaggio (poco più della metà degli indicatori) e situazioni di svantaggio (poco meno della metà)”.