
(Foto d’archivio e Procura di Firenze)
FIRENZE – Come potrebbe essere la piccola Mia Kataleya Chicllo Alvarez a due anni dalla scomparsa? L’immagine della bambina, ricostruita e diffusa dalla procura di Firenze, la mostra con le guance meno paffute, lo stesso sguardo vivace, capelli lunghi e volto sorridente.
Ecco la possibile fisionomia che Kata potrebbe avere oggi, a distanza di due anni da quando scomparve dall’ex albergo Astor in via Maragliano a Firenze dove viveva con la madre e il fratellino in uno degli alloggi occupati abusivamente.
Era il 10 giugno 2023: da allora della piccola Kata, all’epoca aveva 5 anni, non si è saputo più nulla. “La sistematica verifica delle numerose segnalazioni di avvistamento della bambina, pervenute” sia dall’Italia sia dall’estero, finora “non hanno sortito esiti positivi”, spiega la procura fiorentina che con l’approssimarsi dell’anniversario della scomparsa ha diffuso l’immagine per “dare una rappresentazione sulla possibile fisionomia che la bambina potrebbe oggi avere” oltre a una foto che la ritrae all’epoca dei fatti” ovvero del suo sequestro, questo il reato per cui la magistratura procede insieme ai carabinieri.
“Tali immagini – spiega la procura – vengono divulgate affinché chiunque sia oggi in possesso di utili informazioni per consentire l’eventuale rintraccio della bambina, possa segnalarle” ai carabinieri di Firenze, “rivolgendosi al numero 0552061”. Un mistero quello della scomparsa di Kata, a partire dal perchè del suo rapimento: le piste battute nel tempo hanno spaziato dallo scambio di persona al giro di droga, dal racket delle stanze occupate nell’ex hotel fino anche ad abusi a sfondo sessuale.
Le indagini vanno avanti, anche a livello internazionale. Gli elementi che la procura ritiene essere dei “punti fermi” li elenca nella nota diffusa oggi con le due immagini di Kata: il fatto che sia stata portata fuori dall’ex hotel e che non sia passata dai varchi dell’Astor non avendo le telecamere di sorveglianza registrato nulla.
Tutti gli accertamenti svolti, “incluse la ricerca di tracce biologiche, quelle effettuate con l’ausilio dei cani molecolari e quelle eseguite con i reparti specializzati dell’Arma – si spiega -, hanno escluso che il corpo fosse rimasto all’interno della struttura”.
Sulle vie di fuga, “l’ipotesi più accreditata” è che la bimba sia stata portata fuori “attraverso una strada alternativa non monitorata dalle telecamere”. Due le possibili “vie di fuga” di persone adulte con una bambina individuate attraverso “specifiche attività assimilabili a esperimenti giudiziali”: uno dei percorsi dal piazzale interno alla struttura “attraverso lo scavalcamento del muro di recinzione, consente di accedere in un’area condominiale dei palazzi a fianco dell’Astor per poi giungere in via Monteverdi” per poi sparire nel nulla.