
CITTA’ DEL VATICANO – Appello del Papa al corpo diplomatico: “Basta produrre armi”. E ancora: “Mi auguro che ciò possa avvenire in tutti i contesti, a partire da quelli più provati come l’Ucraina e la Terra Santa. Il mio ministero inizia nel cuore di un anno giubilare, dedicato in modo particolare alla speranza. È un tempo di conversione e di rinnovamento e soprattutto l’occasione per lasciare alle spalle le contese e cominciare un cammino nuovo, animati dalla speranza di poter costruire, lavorando insieme, ciascuno secondo le proprie sensibilità e responsabilità, un mondo in cui ognuno possa realizzare la propria umanità nella verità, nella giustizia e nella pace”.
Fra le pieghe dell’udienza concessa da Leone XIV agli ambasciatori emerge anche una disponibilità della Santa Sede a mediare per la pace in Ucraina. A rivelarlo è il cardinale Pietro Parolin: “Lo abbiamo sempre detto, lo abbiamo sempre ripetuto, siamo a disposizione per un incontro diretto tra le parti”. Si profila un incontro con Vance.
La mediazione offerta da Papa Leone XIV, precisa Parolin, si riferisce al “mettere a disposizione la Santa Sede, il Vaticano per un incontro diretto tra le due parti. A questo si mira e si cerca di arrivare: alle due parti che si incontrino e avviino negoziati diretti, per lo meno si parlino. E’ una disponibilità di luogo, con tutte le discrezioni del caso”.
Ma torniamo alle parole del Papa al corpo diplomatico. E’ possibile “sradicare le premesse di ogni conflitto e di ogni distruttiva volontà di conquista. Ciò esige anche una sincera volontà di dialogo, animata dal desiderio di incontrarsi più che di scontrarsi. In questa prospettiva è necessario ridare respiro alla diplomazia multilaterale e a quelle istituzioni internazionali che sono state volute e pensate anzitutto per porre rimedio alle contese che potessero insorgere in seno alla Comunità internazionale. Certo, occorre anche la volontà di smettere di produrre strumenti di distruzione e di morte”.
Il Pontefice ha ricordato la sua storia che, di per sé, vuole “travalicare i confini”. Ha detto: “Oltre che ad essere il segno concreto dell’attenzione dei vostri Paesi per la Sede Apostolica, la vostra presenza oggi è per me un dono, che consente di rinnovarvi l’aspirazione della Chiesa, e mia personale, di raggiungere e abbracciare ogni popolo e ogni singola persona di questa terra, desiderosa e bisognosa di verità, di giustizia e di pace! In un certo senso, la mia stessa esperienza di vita, sviluppatasi tra Nord America, Sud America ed Europa, è rappresentativa di questa aspirazione a travalicare i confini per incontrare persone e culture diverse”.
Nel suo discorso, il Papa ha anche chiesto di investire “sulla famiglia, fondata sull’unione stabile tra uomo e donna, società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società. Inoltre, nessuno può esimersi dal favorire contesti in cui sia tutelata la dignità di ogni persona, specialmente di quelle più fragili e indifese, dal nascituro all’anziano, dal malato al disoccupato, sia esso cittadino o immigrato”.