
“Per spiegare certe cose, semplicemente le parole non bastano. Ce l’hai insegnato tu. E allora preferiamo salutarti con un’immagine che hai scattato per noi tanti anni fa, nel 1989. Addio Oliviero. Continua a sognare”.
Lo scrive sui propri canali social il Gruppo Benetton, in omaggio a Oliviero Toscani. Un piccolo messaggio: che racchiude un grande ringraziamento. All’uomo e all’artista. Perchè il fotoreporter, lo scrive uno che ne ha conosciuti tanti, da Massimo Sestini allo stesso Toscani, è un cronista ma anche, nel caso specifico di Oliviero, un poeta. Che con le sue immagini ti fa riflettere, sognare meditare.
In sessant’anni di carriera, Oliviero Toscani ha parlato di razzismo, religione, sesso, fame, pena di morte, guerra, anoressia, violenza. Un bacio sulle labbra tra una suora e un prete, contrasto di colori delle vesti: lei bianco, lui nero. Tre cuori a vivo, nel senso proprio dell’organo che ci batte nel petto, e su ciascuno la scritta ‘white, black, yellow’. Ma anche, andando a ritroso, un famoso fondoschiena con mini shorts di jeans e celebre slogan, entrato nel linguaggio comune, ‘Chi mi ama, mi segua’.
Sono solo tre esempi del genio – comunque controverso, sempre fieramente e ostentatamente controcorrente – targato Oliviero Toscani, fotografo che scompare oggi a 82 anni dopo aver scoperto nel giugno del 2023 di essere affetto da amiloidosi, malattia multisistemica che compromette la funzionalità di vari organi vitali.
Le sue fotografie, spesso in formato gigante nei cartelloni in strada oltre che pubblicate nelle riviste e nei giornali, fecero scalpore e dagli anni ’70 in poi suscitarono spesso polemiche, dibattiti e riflessioni su temi anche delicati. Le immagini più celebri, oggi diremmo iconiche, sono legate al marchio Benetton, anche se quella è solo una parte del suo lungo lavoro da fotografo. Che ha usato le foto come armi di denuncia.
Ma oltre alle polemiche, non mancano i premi e i riconoscimenti. Nel 2007 l’agenzia Saatchi & Saatchi premia Oliviero Toscani come Creative Hero, durante la serata dei Clio Awards a Miami. Il 2007 e’ anche l’anno in cui Toscani inaugura il progetto ‘Razza Umana’, una ricognizione fotografica sulle diverse morfologie e condizioni umane, per censire tutte le espressioni e le caratteristiche somatiche, sociali e culturali del genere umano, iniziando da piu’ di 100 comuni italiani, lo Stato di Israele, la Palestina e il Guatemala.
Nel 2008, durante la 61esima edizione del Festival del cinema di Locarno viene presentato il film ‘Anorexia, storia di un’immagine’ del regista argentino Leandro Manuel Emede, documentario che narra la storia della fotografia ‘No Anorexia’ realizzata da Toscani.
Nel 2013 pronuncia frasi che fanno discutere su donne e femminicidi: “Le donne devono essere più sobrie, dare importanza all’essere più che al sembrare, solo così si possono evitare altri casi di femminicidio” aggiungendo che “le donne non si devono truccare, mettersi il rossetto, devono volersi bene per quello che sono”. Opinioni sue, naturalmente. Da condividere o meno. Come le foto e le provocazioni. Che hanno avuto comunque un pregio: far discutere. Che è sempre un omaggio alla libertà.