
FIRENZE – Alimenti guasti, adulterati o avariati, potrebbero spiegare il focolaio di gastroenterite acuta nelle quattro rsa gestite da Sereni Orizzonti spa, che ha causato tre morti fra 114 anziani – su un totale di 173 ospitati – che si sono sentiti male domenica 9 febbraio.
La pista sulle forniture di alimenti è la prima che la procura di Firenze ha deciso di battere per spiegare cosa sia accaduto al centro di cottura di Pelago, le stesse cucine per le quattro Rsa del gruppo. La procura ha aperto un fascicolo con le ipotesi di ‘adulterazione o commercio colposo di sostanze alimentari’ e ‘omicidio plurimo colposo’.
Al momento non risultano indagati, ma gli accertamenti di polizia giudiziaria coordinati dal sostituto procuratore Benedetta Foti sono solo agli inizi. La pm si avvarrà anche delle risultanze dell’indagine epidemiologica – che viene svolta su un piano scientifico, non penale – dalla Asl Toscana Centro già da lunedì, quando ci sono stati i primi due decessi in ospedale di ospiti di Rsa ricoverati per i forti malori. La pm Foti ha aperto un fascicolo quando, da magistrato di turno, ha avuto la notizia del terzo decesso il 13 febbraio.
E’ da chiarire quando la procura ha potuto sapere dei primi due decessi all’ospedale di Santa Maria Nuova, lunedì 10 febbraio. L’Asl ha disposto analisi microbiologiche sul menu della cena di domenica: passato di carote, verdure, coniglio e patate, pizza, e appena ci sono i risultati li dovrà condividere con gli inquirenti. Da Sereni Orizzonti spa, quartier generale a Udine, l’ad Gabriele Meluzzi, rivendica gli standard di qualità del centro di cottura alla rsa Monsavano di Pelago e in una dichiarazione via comunicato afferma che la società non conosce “le effettive cause dei sintomi accusati dagli ospiti, aspettiamo i risultati dei test microbiologici ordinati sul cibo e sugli anziani coinvolti. Da un primo audit interno emergerebbe che le procedure aziendali siano state rispettate e l’ipotesi più probabile è al momento una contaminazione all’origine di qualche prodotto alimentare, consegnato da fornitori esterni”.
I familiari degli ospiti, secondo quanto si apprende, stanno chiedendo chiarimenti alle strutture in attesa che i loro cari guariscano.
MENSE SCOLASTICHE – Proprio oggi è deflagrato un caso simile di vasta intossicazione nelle mense scolastiche – questa da salmonella – con le perquisizioni di tre manager privati da parte della procura di Prato. E’ la vicenda altrettanto eclatante del settembre 2024 capitato alle mense scolastiche di Carmignano, Campi Bisenzio, Calenzano, Barberino di Mugello e Sesto Fiorentino.
Ci furono ben 246 alunni intossicati e anche 23 adulti; 98 andarono al pronto soccorso. Dopo cinque mesi di indagini accurate il procuratore Luca Tescaroli ha ipotizzato i reati di avvelenamento e lesioni colposi per i tre dirigenti apicali di Qualità e Servizi, una spa con sede a Calenzano. Tescaroli ha inviato la polizia giudiziaria ai loro domicilii per setacciare archivi, computer e telefoni alla ricerca di tracce sulle modalità di gestione delle mense in appalto nelle scuole di quei Comuni. Gli esami di laboratorio intanto hanno spiegato che la salmonella sarebbe partita da pomodorini ciliegini crudi serviti fra gli ingredienti di pietanze per preparazioni fredde.
E’ emerso che la procedura di disinfezione dei pomodorini era stata fatta “in maniera difforme” dalle indicazioni del produttore del disinfettante ‘Saniclor Echolab’. Ora la procura di Prato vuole ricostruire i movimenti di produzione, approvvigionamento, manipolazione di alimenti e bevande nelle mense e nelle cucine delle scuole colpite. Un modo per mettere anche in sicurezza piccoli studenti e personale adulto, docenti compresi, che frequentano gli istituti dove c’è stata l’epidemia di salmonellosi.