Toscana Post Toscana Post
Toscana Post Toscana Post
Onori al Brigadiere Carlo Legrottaglie: ma perchè pericolosi pregiudicati possono circolare e sparare?

Onori al Brigadiere Carlo Legrottaglie: ma perchè pericolosi pregiudicati possono circolare e sparare?

Carlo Legrottaglie (Foto Siulp)

La tragedia esige sempre misura e compostezza. Nell’immensità del dolore, dopo la barbara uccisione del Brigadiere Capo Carlo Legrottaglie, la famiglia è avvolta dall’abbraccio dell’Arma in cui, con il proprio congiunto, ha creduto e servito e dalla quale mai sarà abbandonata, in aderenza a stile
e contenuti, fortemente radicati tra i carabinieri, che costituiscono il segno
tangibile di un’etica di privilegio. E distinta è stata l’istantanea solidarietà
degli appartenenti alla Polizia di Stato, frutto di evidente sintonia
cementatasi in un’unica trincea di abnegazione e di valori.

Nel dramma, la stessa famiglia avverte che il popolo italiano le è accanto,
come le è stato espresso, con partecipazione immediata e intensa, dalla più
alta magistratura. Ed è innegabile che l’affetto le viene manifestato da
persona integerrima, meritevole di assoluto rispetto e che porta nel suo
vissuto familiare le ferite recate dalla violenza più efferata.

Ma questo non ne esclude la collocazione al vertice di uno Stato che
storicamente, quando le prove diventano ardue, non riesce, salvo ricorrente
alluvione di parole, a costituirsi sistema con coloro che, con più
determinazione e coraggio, lo rappresentano. Torna alla mente “La
solitudine del soldato” che De Vigny racconta in “Servitù e grandezza
militari”.

Quell’isolamento che visse Salvo D’Acquisto rispetto a una corona
fuggita ignominiosamente da Roma e impegnata a sfrattare dal suo alloggio
il comandante del presidio di Brindisi. O la marginalità in cui taluni
ammiragli, che si erano fatti affondare in porto le migliori unità, relegarono
Durand de la Penne e gli altri marinai fino a quando costoro, ad Alessandria
d’Egitto, non fecero esplodere il meglio della flotta inglese del Mediterraneo.

O, infine, la distanza che a lungo marcarono con i magistrati, i poliziotti e i
carabinieri destinatari del piombo brigatista i teorici del “compagno che
sbaglia”, messi poi a tacere solo dall’intelligenza democratica di Enrico
Berlinguer e dal valoroso operaio e sindacalista Guido Rossa.

Oggi, dopo le innumerevoli attestazioni che domani saranno comprese nella
loro consistenza di vaniloquio, temiamo che la compagine statale si
riproponga nella sua inettitudine. E si vedrà che sarà inutile porre ai
rappresentanti del potere, sia legislativo che esecutivo, come pure
giudiziario, una domanda che altresì dovrebbe essere perentoria e
ineludibile: come mai un pericoloso pluripregiudicato, già condannato per
gravissimi reati, può circolare liberamente e replicare le sue imprese
criminali? Si tratta di un quesito che non può e non deve essere legato al
solo, pur drammatico, episodio di Francavilla Fontana.

Perché è ormai un susseguirsi costante di crimini, di ogni genere, perpetrati da soggetti già
arrestati o reclusi, tornati rapidamente in libertà grazie a un impianto di
generose premure, che offende ogni principio di equità e, in ultima analisi,
tutti i semplici cittadini che lavorano e rispettano le leggi. Un problema che
non si deve temere di sollevare in tutte le complessità che riguardano la
prevenzione e la repressione dei reati, come l’estenuante durata dei riti o la
situazione impresentabile del sistema carcerario. Perché, se la certezza
della pena è irrinunciabile, l’argomento va comunque osservato in tutto lo
spettro che civiltà esige.

Di fronte alle amare conclusioni secondo cui la nostra sicurezza e la
coesione del tessuto sociale sono in evidente regresso, più che altro si
staglia il nitore di un impegno. Forze dell’ordine e tanti magistrati, salvo
alcuni obbligati a restituire il corrispettivo di un ingaggio ideologico, non
flettono.

Il Brigadiere Capo Carlo Legrottaglie, fino a ieri dignitoso e diligente
carabiniere in una provincia del nostro Meridione, è oggi un esempio di
indiscusso eroismo. Come tutti coloro che fronteggiano il crimine, era
consapevole che le tutele a suo favore sono modeste, se non irrisorie:
eppure non ha esitato e, perfino nell’ultimo turno prima di restituire arma e
distintivo, ha voluto rimanere fedele al giuramento prestato: sentendo il
dovere di far rispettare le leggi, ha affrontato il pericolo, infine estremo e
fatale. E, senza indugio, ha imboccato la strada verso il Cielo. Onori.

Condividi articolo

Altre notizie di Cronaca

Spiagge italiane 2025: affollate da 110 milioni di presenze. Lo prevede Assoturismo-Confesercenti

Spiagge italiane 2025: affollate da 110 milioni di presenze. Lo prevede Assoturismo-Confesercenti

14 Giugno 2025 | 10:48
Concorso Asl toscane: Cisl segnala anomalie ed è pronta a sostenere i ricorsi dei partecipanti

Concorso Asl toscane: Cisl segnala anomalie ed è pronta a sostenere i ricorsi dei partecipanti

14 Giugno 2025 | 10:33
POLIZIA MUNICIPALE: al via due concorsi che porteranno all’assunzione di 11 nuovi agenti

POLIZIA MUNICIPALE: al via due concorsi che porteranno all’assunzione di 11 nuovi agenti

14 Giugno 2025 | 09:24
Torre idrica di Marcignana, c’è la data per l’abbattimento. Mantellassi: “Momento importante per la frazione”. Evacuazione programmata per circa 40 residenti durante le operazioni.

Torre idrica di Marcignana, c’è la data per l’abbattimento. Mantellassi: “Momento importante per la frazione”. Evacuazione programmata per circa 40 residenti durante le operazioni.

14 Giugno 2025 | 09:20
Incendio ai magazzini di Re.So. alla Vela di Avane. Il sindaco: “Fatto gravissimo a un’associazione che aiuta persone in difficoltà”

Incendio ai magazzini di Re.So. alla Vela di Avane. Il sindaco: “Fatto gravissimo a un’associazione che aiuta persone in difficoltà”

14 Giugno 2025 | 01:31
Leggi tutti