
PRATO – Cattura da film ed evasione altrettanto romanzesca. Ma è tutto vero: arrestato e fuggito dagli uffici della Questura, nonostante fosse ammanettato, Jang Bobo, 38 anni, ritenuto dalla Procura di Prato “punto di riferimento per lo smercio della droga nella comunità cinese”.
Come si legge in una nota stampa firmata dal Procuratore, Luca Tescaroli, l’indagato “più volte condannato con sentenze divenute definitive dalle autorità giudiziarie pratesi e milanesi per reati di detenzione a fini di spaccio, il 2 febbraio 2024, mentre era sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, il trentottenne, a seguito di perquisizione veniva trovato in possesso di circa 20 grammi di metanfetamina, di un coltello a serramanico, di una pistola semiautomatica marca Amadini Sandro, modello Sentry, cal 45, con 5 colpi in argento dello stesso calibro inseriti nell’arma, di varie armi bianche (due macheti, un pugnale e quattro coltelli di varia natura), di una fiamma ossidrica artigianale, di un trapano a manovella, di due piedi di porco della lunghezza di sessanta centimetri e di una tenaglia.
Dai suoi telefoni, sempre secondo la nota della Procura – emergevano una serie di contatti e interlocuzioni che avrebbero permesso di appurare “come l’indagato fosse un punto di riferimento per quella parte della comunità cinese che si dedica allo smercio di sostanze stupefacenti, avvalendosi di collaboratori che provvedono al confezionamento e alla loro consegna, nonché per la compravendita di documenti contraffatti anche di abbigliamento e di accessori di lusso, verosimilmente provento di furto.
“Sebbene quest’ufficio – prosegue Tescaroli – avesse richiesto l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, il Giudice per le indagini preliminari di Prato sottoponeva Bobo alla misura del divieto di dimora nel territorio delle province di Prato, Firenze e Pistoia”. E ancora: “L’appello predisposto da quest’ufficio permetteva dapprima la riforma dell’ordinanza con applicazione da parte del Tribunale del Riesame di Firenze della misura della custodia cautelare in carcere, che diventava definitiva, a seguito del rigetto del ricorso della difesa da parte della Corte di Cassazione, il 3 luglio 2025”.
Nella giornata di ieri, 10 luglio 2025 – prosegue la nota – a seguito delle investigazioni prontamente avviate, l’indagato veniva individuato e tratto in arresto e, nell’occasione, veniva trovato con il possesso di 500 grammi tra Shaboo e di Ketamina e di un bilancino di precisione, con la disponibilità di alcune migliaia di euro, di un passaporto di Taiwan e di due telefoni cellulari, materiale che veniva sequestrato.
Quindi Tescaroli conclude: “Portato negli uffici della Squadra Mobile di Prato, sebbene ammanettato, riusciva a liberarsi delle manette e a darsi alla fuga, così dimostrando la notevole capacità di eludere i controlli. Fuga che è stata possibile anche in considerazione dell’inadeguatezza degli organici della pur efficiente Squadra Mobile pratese, impegnata in numerose investigazioni coordinate da quest’ufficio”.