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Prato: detenuti in rivolta alla Dogaia, brande come arieti per sfondare i cancelli

Prato: detenuti in rivolta alla Dogaia, brande come arieti per sfondare i cancelli

Il carcere della Dogaia di Prato
Il carcere della Dogaia di Prato

PRATO – Il sindacato Osapp della polizia penitenziaria rende noto che ieri, sabato 5 luglio 2025, c’è stata “una violenta rivolta nella sezione di Media Sicurezza del carcere di Prato” cui hanno dato luogo una decina di detenuti.

La “rivolta è stata particolarmente grave: i detenuti hanno utilizzato brande come arieti per sfondare i cancelli di sbarramento, barricandosi successivamente nella sezione per impedire l’ingresso degli agenti. Gli arredi sono stati distrutti, i blindati resi inutilizzabili e le suppellettili scagliate contro i muri, causando ingenti danni al penitenziario”. Il segretario generale dell’Osapp Leo Beneduci, esprime “forte preoccupazione per quanto accaduto” e afferma che “è necessario fare piena luce sulle responsabilità d’apparato relative ai trasferimenti scriteriati di detenuti che il Provveditorato della Toscana e Umbria dispone quando si verificano episodi di disordine”, “la superficialità con cui si dispongono i trasferimenti è pericolosa per il sistema e gravida di costi”. “Secondo le nostre informazioni – riferisce Beneduci -, tra i protagonisti della protesta alla Dogaia vi sarebbe un detenuto che pochi giorni prima aveva creato disordini in un’altra struttura penitenziaria, da cui il Provveditorato regionale lo ha allontanato per motivi di ordine e sicurezza” ma “con ciò solo trasferendo altrove l’identico problema”.

Per l’Osapp “altrettanto sarebbe in precedenza accaduto nelle carceri di Terni, Perugia e Firenze-Sollicciano” dunque “questo gioco dell’oca non può continuare – aggiunge la nota – Occorrono sezioni specializzate per l’attuazione dell’art.14 bis o.p. di fatto inapplicabile per carenza di strutture. Il carcere non si gestisce con carte e provvedimenti palesemente irrealizzabili”.

“La polizia penitenziaria è vittima di un apparato approssimativo e inefficiente – sottolinea nella stessa nota il sindacalista dell’Osapp – È stato necessario richiamare in servizio il personale a riposo e far intervenire i reparti specializzati contro le rivolte per riportare l’ordine”. Beneduci parla di “scriteriata gestione del distretto in cui, per converso, il Provveditore ha il pugno duro con il personale che lavora nelle trincee delle sezioni detentive. Il personale, oltre al danno di queste movimentazioni che portano ai disordini, ha anche la beffa dei continui procedimenti disciplinari”.

“La cronaca giudiziaria riporta l’effetto delle rivolte, ma gli organi giurisdizionali e di controllo, oltre al Dap – sottolinea Beneduci – dovrebbero indagare anche sulle cause di certi eventi, ovvero su quelle che sono le ‘colpe d’apparato’”. L’Osapp ritiene indispensabile che si intervenga a 360 gradi e che si approfondiscano le modalità gestionali da parte dei Provveditori regionali avvicendatisi negli ultimi anni a Firenze e che avrebbero avuto precisi obblighi nel governo del personale anche per la struttura di Prato. “I nostri poliziotti dimostrano quotidianamente grande spirito di sacrificio, orgoglio e coraggio nel gestire situazioni di estremo rischio per la loro incolumità – conclude il Segretario Generale – Non possono però essere lasciati soli ad affrontare le conseguenze di decisioni gestionali inadeguate che mettono a repentaglio la sicurezza di tutti, cittadini compresi”.

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