
PRATO – Le indagini delle Procura di Prato su Maria Denisa Adas, la donna scomparsa una settimana fa da un residence di via Ferrucci dove lavorava temporaneamente come escort, si stanno concentrando in queste ore su un avvocato del sud Italia. La 30enne romena potrebbe essere stata vittima di un’ossessione travestita da sentimento, sarebbe stata rapita da un gruppo di connazionali su mandato dell’uomo “ossessionato da lei e disposto a tutto pur di averla per sé”.
A indicarlo è stata l’amica più vicina alla giovane residente a Roma, giunta a Prato lunedì 12 maggio 2025, la cui testimonianza ha acceso una nuova pista e ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati della madre della giovane escort, accusata di aver coperto l’uomo con cui aveva avuto contatti telefonici anche dopo la sparizione della figlia. Un nuovo vertice, giovedì 22 maggio, nella Procura pratese ha riunito investigatori e magistrati sotto la guida del procuratore Luca Tescaroli: la speranza è che Denisa sia ancora viva, ma il tempo stringe.
Maria Cristina Paun, 49 anni, madre di Denisa, è stata iscritta nel registro degli indagati per aver ostacolato le indagini, sospettata di aver reso false informazioni al pubblico ministero. Avrebbe nascosto un elemento chiave: una telefonata intercorsa con l’avvocato nei giorni successivi alla scomparsa della figlia. Il cellulare, un Samsung sequestrato nella sua abitazione romana, nel quartiere di Tor Pignattara, ha parlato chiaro. La Procura è convinta che la donna sapesse più di quanto ha dichiarato e abbia cercato di proteggere l’uomo, già noto alla famiglia.
Secondo la difesa, la madre avrebbe nascosto il rapporto con l’avvocato solo per non intralciare le ricerche, confidando che l’uomo potesse fornire aiuto o informazioni. Ma la Procura non ci crede e sottolinea che proprio da lei sarebbe arrivato – seppur indirettamente – il racconto dell’agghiacciante destino della figlia: “L’hanno seviziata, le hanno rotto tutti i denti”, avrebbe detto all’amica.
L’avvocato del sud Italia, presunto mandante del rapimento, mai formalmente indagato ma sotto i riflettori degli inquirenti, sarebbe stato respinto da Denisa e, secondo quanto riferito dall’amica, avrebbe reagito in modo ossessivo, fino a pianificare un rapimento. Non si sa ancora se abbia agito da solo o con l’aiuto di una rete criminale: è questo uno dei punti ancora oscuri dell’inchiesta. Quello che emerge con sempre maggiore forza, però, è che il gesto potrebbe non essere collegato al racket della prostituzione, bensì a una vendetta personale, alimentata da un delirio di possesso.
Gli inquirenti ritengono possibile che la ragazza sia stata portata fuori regione, forse anche all’estero. Le indagini si sono estese a livello nazionale e non si esclude l’intervento di strutture investigative europee. A coordinare le ricerche, insieme ai carabinieri di Prato e Firenze, anche il Ros. In Procura a Prato si è tenuto oggi, 23 maggio 2025, un vertice operativo tra magistrati e forze dell’ordine. Al centro della riunione, l’analisi dei dati estratti dal cellulare della madre, la mappa dei contatti dell’avvocato e la possibilità di procedere con intercettazioni ambientali.