
PRATO – Nel quadro dell’inchiesta della Procura di Prato su un presunto giro di evasione fiscale, sono stati indagati Con l’accusa di evasione fiscale un commercialista italiano e due consulenti del lavoro di nazionalità cinese, una donna e un uomo.
L’inchiesta, condotta dalla Guardia di Finanza di Prato e coordinata, tende a far luce, come detto, su un presunto sistema di evasione fiscale nel distretto economico pratese. Le accuse a carico dei tre indagati sono qulle di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e concorso aggravato nell’ambito di attività di consulenza fiscale.
Al centro delle indagini, viene spiegato in una nota, uno studio di elaborazione dati contabili e fiscali, ritenuto responsabile “di aver facilitato, in modo sistematico e consapevole, un meccanismo fraudolento a vantaggio di imprenditori occulti, prevalentemente cittadini cinesi”. Secondo gli investigatori, lo studio avrebbe offerto assistenza fiscale a soggetti che, pur risultando formalmente come semplici dipendenti, erano in realtà i gestori effettivi di imprese precedentemente cessate con pesanti debiti verso l’erario. Le stesse attività venivano poi riaperte sotto una nuova veste giuridica, ma con identici clienti, sedi e maestranze, secondo il collaudato schema “apri e chiudi”.
Un metodo pensato per eludere i controlli fiscali e sottrarsi sistematicamente al pagamento delle imposte. Nella giornata di ieri, martedì 20 maggio, sono state eseguite 14 perquisizioni tra Prato e dintorni: oltre alle abitazioni e agli uffici dei tre indagati, sono stati ispezionati anche i locali dello studio professionale e dieci imprese che sarebbero coinvolte nell’organizzazione.
Sequestrati documenti contabili e materiale informatico, attualmente al vaglio degli investigatori. Lo studio oggetto principale dell’indagine curava la contabilità di circa 900 imprese individuali, molte delle quali legate alla comunità cinese locale. Gli investigatori sospettano che il ruolo dello studio non si limitasse alla consulenza, ma fosse parte attiva nella pianificazione e reiterazione delle condotte illecite.
L’operazione, sottolinea il procuratore di Prato Luca Tescaroli, “si inserisce in un più ampio piano di contrasto alla criminalità economico-finanziaria di matrice transnazionale, con l’obiettivo di ristabilire la legalità in un distretto strategico per l’economia toscana, troppo spesso esposto a fenomeni elusivi di tipo sistemico”.