
PRATO – Più di mezzo milione di euro è stato recuperato dallo Stato grazie a un’importante operazione congiunta tra la Procura della Repubblica di Prato, la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate, frutto del protocollo d’intesa siglato nel dicembre 2024 per il contrasto ai reati economico-finanziari.
Le somme, come sottolinea una nota della Procura pratese, sono state incassate a seguito delle prime adesioni da parte degli indagati ai verbali di contestazione redatti dalla Guardia di Finanza, a conclusione di approfonditi accertamenti fiscali condotti dall’Agenzia delle Entrate. Al centro dell’indagine, spiega una nota della Procura diretta dal procuratore Luca Tescaroli, un complesso sistema di frode messo in piedi da un gruppo di soggetti operanti nel settore tessile.
Le ipotesi accusatorie riguardano l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, infedeltà e omissioni nelle dichiarazioni fiscali, in violazione del decreto legislativo 74/2000. A questi reati si aggiungono quelli di riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti. Sono tredici le persone raggiunte dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, gli indagati avrebbero orchestrato un vero e proprio disegno criminoso finalizzato all’evasione di imposte dirette e Iva, sfruttando diversi meccanismi fraudolenti: utilizzo di imprese cartiere per emettere fatture false a beneficio dei reali beneficiari della frode; società esterovestita, registrata in Bulgaria ma operante in Italia, usata per sottrarre redditi al fisco; reazione di ditte e società intestate a prestanome, ma gestite sempre dallo stesso gruppo di persone.