
PRATO – Il Tribunale dei minori di Firenze ha deciso: resta in carcere il 17enne accusato di concorso in rissa aggravata e omicidio volontario per la morte di Vladimr Lleshi, albanese 37 anni ferito a morte con un cacciavite in un giardino pubblico a Prato l’8 maggio scorso. Convalidato il fermo della procura.
Il 17enne, difeso dall’avvocato Massimiliano Tesi, ha respinto le accuse sostenendo di non aver ucciso Lleshi dopo la rissa nel giardino di via Corridoni con un gruppo contrapposto di rivali. Avrebbe confermato di aver portato con sé il cacciavite ma di averlo perso durante le prime fasi della zuffa. Due gruppi si erano dati appuntamento, secondo quanto ricostruito, per appianare degli screzi.
Il 17enne era insieme a un amico, albanese di 19 anni. Dall’altra parte, due ragazzi, 20 e 21 anni, e Lleshi, zio del 21enne, chiamato, da quanto emerge, in supporto. I più giovani, secondo quanto ricostruito, dopo essere stati aggrediti sarebbero scappati. Inseguiti e raggiunti, sarebbero stati nuovamente pestati. In questo frangente Lleshi sarebbe stato colpito a morte.
Il 37enne morì dopo il ricovero in ospedale. Le indagini vengono condotte in parallelo dalla procura per i minori e da quella ordinaria di Prato. Questa ultima ha disposto l’esame irripetibile sul cacciavite e su un taglierino trovati nei giardini in via Corridoni per estrapolare il Dna e individuare chi ha usato l’arma che ha ucciso Lleshi.