
FIRENZE – Da venerdi 9 a domenica 11 maggio al Teatro Verdi di Firenze la Compagnia Del Buono presenta Il cappello di paglia di Firenze, commedia musicale di Eugene Labiche, con inserti musicali di Riz Ortolani e coreografie di Camilla Gai; adattamento, scenografia e regia di Sandro Querci, con Alessandro Calonaci, Camilla Gai, Emiliano Geppetti, Camillo Grassi, Antonio Lanza, Francesca Nerozzi, Silvia Querci, Elena Talenti.
Il cappello di paglia di Firenze è una commedia dal testo divertentissimo, con i tempi comici del miglior vaudeville farcito di equivoci; l’originale, Un chapeau de paille d’Italie, andò in scena per la prima volta nel 1851 e alla prima uno spettatore morì dal ridere. Nel 1955 Nino Rota ne fece una delle opere liriche più divertenti e rappresentate del secolo. La prima versione ha delle arie musicali assai gradevoli, tuttavia è l’opera stata principalmente messa in scena nella sola versione di prosa. Mondo. Nella messinscena di Querci resta intatto il testo di prosa e si aggiungono brani musicali del Novecento come Vivere, Il cappello di paglia di Firenze, Mattinata fiorentina, Verde luna e molti altri; in poche parole, un vivace musical nostrale sullo stile dell’Acqua cheta.
La Compagnia Del Buono è un progetto tutto toscano, con artisti tutti applauditi nelle ultime stagioni del Teatro Verdi, dove ha portato in scena altre commedie del teatro classico fiorentino, come L’acqua Cheta e Il gatto in cantina. Nell’edizione di Sandro Querci de Il cappello di paglia di Firenze saranno indossati in scena più di 150 cappelli di paglia.
NOTA DI REGIA Il primo amore non si scorda mai, cantava Carlo Buti; in questo caso non v’è nulla di più vero. Non che sia stato proprio il primo amore, ma quantomeno la prima Direzione nella quale ho curato tutto. Ciò però di cui vado più fiero è stato lavorare sulla parte creativa avendo un testo già preesistente, aver preso il canovaccio del susseguirsi degli eventi, ed aver completamente riscritto, reinventato la commedia. Non sempre gli spettacoli vengono come li hai pensati, possono essere successi straordinari, pièces che lasceranno un segno, straordinariamente belli, ma quasi mai sono come li avevi pensati. Ecco invece, il mio Il cappello di paglia di Firenze, proprio come lo avevo sognato, esilarante, comico, poetico, dolce, malinconico, travolgente, imprevedibile, come me. Il soggetto tratta della ricerca spasmodica da parte di Francesco Leoni, futuro sposo novello, di un cappello di paglia fabbricato a Firenze. Un cappello di paglia di Firenze è stato mangiato dal suo cavallo mentre brucava l’erba, Francesco si deve sposare tre ore dopo, ma la proprietaria rivendica l’immediata restituzione altrimenti lo farà uccidere dall’amante. Il povero Francesco s’imbatterà in diversi imprevisti, prima si reca da una modista di cappelli per farsene fabbricare uno identico, ma Clara, la modista appunto, è una sua vecchia fiamma, è ancora innamorata del Leoni e non sa che si sta sposando. Quindi fugge da una ricca Baronessa al Poggio Imperiale che pare possederne uno uguale, ma ella lo scambia per un famoso lirico bolognese, dunque Francesco si finge tale, tuttavia è costretto a fuggire. Si trova quindi ad affrontare il marito della traditrice che ha smarrito il cappello, ma qui saltano tutti gli schemi.
Teatro Verdi di Firenze, Via Ghibellina 99; orario spettacoli feriali 20,45 – festivi 16,45
Biglietti € 35/29/23 Acquisto online: teatroverdifirenze.it oppure ticketone.it Punti vendita del Circuito Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it) Biglietteria Teatro Verdi, via Ghibellina 97 tel 055 212320 – aperta un’ora prima dell’inizio di ogni spettacolo, martedì 10-13, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato 16-19