
ANKARA – E’ già in Turchia, ad Ankara, Volodymyr Zelensky. Sperando che Vladimir Putin accetti la sua richiesta di un vertice in presenza. Ma si dice pronto a “qualsiasi forma di negoziato” per porre fine alla guerra, quindi anche a trattative a livello inferiore. Del resto, alla vigilia dei colloqui, dal Cremlino non c’è ancora nessuna indicazione che il presidente guiderà la delegazione di Mosca.
“Non so se verrà”, ha ammesso anche Donald Trump, facendo capire che pure lui potrebbe andare se ci fosse il leader russo: “So che gli piacerebbe che fossi lì, è una possibilità”, ha detto il presidente Usa. Il capo di Stato ucraino ha messo in chiaro che Kiev deciderà i “prossimi passi” a seconda di chi rappresenterà la Russia ai colloqui, che stando agli americani potrebbero prolungarsi di due giorni. “Penso che arriveranno delle ottime notizie oggi, forse domani e forse venerdì”, ha detto Trump da Doha.
E il suo inviato speciale, Steve Witkoff, ha annunciato che si recherà a Istanbul insieme al segretario di Stato Marco Rubio proprio venerdì. Gli ambasciatori dei Paesi membri della Ue hanno intanto dato il via libera al 17/o pacchetto di sanzioni contro la Russia. Le misure, che dovranno essere approvate il 20 maggio dai ministri degli Esteri, prendono di mira quasi 200 navi della cosiddetta ‘flotta ombra’ russa, che si ritiene utilizzata in larga parte per le esportazioni di petrolio. Ma secondo il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, non basta. Stati Uniti ed europei, ha affermato, devono “prepararsi a imporre sanzioni devastanti” per “prendere la Russia alla gola” e costringerla a cessare le ostilità in Ucraina.
I rapporti tra Mosca e Parigi segnano del resto uno dei punti più bassi degli ultimi decenni, con il presidente Emmanuel Macron che sembra aspirare alla guida dei Paesi Volenterosi in chiave anti-russa. Durante una lunga intervista televisiva martedì sera, l’inquilino dell’Eliseo ha ipotizzato tra l’altro lo schieramento di testate atomiche francesi in Polonia, provocando la reazione del Cremlino. “La proliferazione di armi nucleari in Europa non favorirà la sicurezza, la prevedibilità e la stabilità nel continente”, ha commentato il portavoce di Putin, Dmitry Peskov.
Nel caso in cui Putin arrivi a Istanbul, i presidenti ucraino e turco si sposteranno dalla capitale alla città sul Bosforo. Kiev non ha fatto sapere chi comporrà la sua delegazione nel caso ciò non dovesse avvenire. Quanto alla Russia, Peskov ha detto che ancora non sono arrivate “le istruzioni dal presidente”, e quindi non si sa chi farà parte della delegazione russa. Da ieri si rincorrono voci e smentite. Oggi l’autorevole quotidiano Kommersant scrive di aver saputo che non sarà presente il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, che 24 ore prima veniva dato come probabile capo delegazione.
Leonid Slutsky, il presidente della commissione Affari internazionali della Duma che aveva partecipato alle ultime trattative dirette con gli ucraini nel 2022, non ha voluto dire se anche questa volta sarà tra i negoziatori, ma ha anticipato che tra gli argomenti in discussione potrebbe esservi uno scambio totale di prigionieri. Il consigliere presidenziale Yuri Ushakov, anch’egli indicato come possibile membro del team russo, ha detto che sul tavolo vi saranno questioni “politiche e molte questioni tecniche”, e da questo dipenderà la composizione della squadra russa.
Commentando l’apertura dei negoziati diretti, la Cina ha intanto affermato di avere sostenuto “la risoluzione della crisi attraverso il dialogo e la negoziazione fin dal primo giorno del conflitto”. Sempre da Pechino il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, arrivato in Cina dopo un colloquio a Mosca con il leader russo nei giorni scorsi, ha detto che avrebbe cercato di tornare a parlargli per dirgli: ‘Ehi, compagno Putin, vai a Istanbul e negozia, per l’amor di Dio’”. Per diverse ore si è parlato a Mosca di un possibile nuovo colloquio tra i due durante una sosta di Lula nella capitale russa sulla via del ritorno in Brasile. Ma il presidente brasiliano è atterrato e ripartito senza vedere Putin.