
FIRENZE – Al Teatro del Maggio continuano i concerti di Maggio Aperto, nell’ambito dell’87° Festival del Maggio Musicale Fiorentino; venerdì 13 giugno alle 20, nella Sala Mehta l’Ensemble L’Homme Armé, accompagnato dall’ensemble La Pifarescha, con la direzione di Fabio Lombardo e Maurizio Perugi all’organo, presenta Lume alla terra. Monteverdi sacro e profano.
Il concerto è costruito intorno a due importanti opere monteverdiane: la Missa in illo tempore, pubblicata nel 1610 insieme al famosissimo “Vespro della Beata Vergine”, e la Sestina. Lagrime d’amante al sepolcro dell’amata, un ciclo di madrigali su testo di Scipione Agnelli, composto in memoria di Caterina Martinelli, pubblicato nel 1614 all’interno del VI libro di madrigali: due opere in cui sacro e profano prendono connotazioni diverse. Nel caso della messa, composta in stile antico (ma pubblicata insieme al Vespro, cioè a quanto di più moderno era concepibile al tempo), assistiamo a una esplosione di fantasia contrappuntistica che sembrerebbe mirata a creare il nuovo con strumenti antichi. Questa Missa del 1610 (le altre due a quattro voci furono pubblicate nel 1643 e nel 1650) ha in realtà le radici saldamente piantate nella musica del Rinascimento, ma le fronde completamente proiettate verso un’altra epoca. Al di là della superficie stilistica e del tour de force contrappuntistico, la Missa in illo tempore svela nuove prospettive musicali, in particolare nell’impianto quasi modernamente tonale in cui si muove il contrappunto, e nella relazione del testo con la musica. Tutti aspetti che contraddistinguono un’opera decisamente moderna pur usando una tecnica antica, anzi omaggio dichiarato al glorioso stile fiammingo.
L’inserimento in questo programma della famosa Sestina. Lagrime d’amante al sepolcro dell’amata, tratta del VI libro dei Madrigali (pubblicato nel 1614 quando Monteverdi era già a Venezia) potrebbe suonare improprio: un ciclo di madrigali in un contesto quasi interamente sacro. In effetti il brano fu commissionato al compositore dal duca Vincenzo Gonzaga per commemorare la precoce scomparsa (a 18 anni, di vaiolo) di Caterina Martinelli, detta la Romanina, una cantatrice chiamata da Roma alla corte di Mantova per le sue particolarissime doti musicali.
Dietro i personaggi citati nel testo di Scipione Agnelli, il pastore Glauco e la ninfa Corinna, si nascondono il committente, il duca stesso, e la giovane scomparsa. Questo ciclo di madrigali, inserito nella più ampia produzione monteverdiana, evidenzia bene come i confini tra sacro e profano diventano più labili, a meno che non si resti ancorati a dei luoghi comuni schematici o dogmatici, stile declamatorio concertante = profano, stile imitativo da cappella = sacro. Il carattere solenne della commemorazione funebre acquista in questo caso una sacralità che assume toni diversamente ieratici rispetto alle complessità contrappuntistiche della Messa in programma. Le particolarità della scrittura polifonica di questi madrigali adombrano il nuovo modo di sentire che in quegli anni prendeva la forma del melodramma.
A chiudere il programma, pensato come un’immaginaria liturgia, una serie di brani strumentali di autori contemporanei, colleghi o allievi di Monteverdi, affidati alla magnificenza sonora del cornetto, lo strumento che all’epoca si avvicinava di più alla voce.
L’Homme Armé da oltre quattro decenni svolge un’intensa attività di ricerca e di esecuzione concertistica e discografica del repertorio, principalmente vocale, dal Trecento al Seicento. Ha debuttato nelle stagioni del Maggio, sempre con l’Homme Armé nella primavera del 2011, tornando in cartellone più volte.
L’ensemble dedica particolare attenzione al repertorio fiorentino, ma senza tralasciare grandi opere della letteratura antica (tra cui Vespro della Beata Vergine, Intermedi della Pellegrina, Rappresentazione di Anima et di Corpo). Nel corso degli anni ha collaborato con vari musicisti e direttori quali Frans Bruggen, Andrew Lawrence-King, Christophe Coin, Andrew Parrott, Kees Boeke, Alan Curtis. Da molti anni la direzione artistica del gruppo è affidata a Fabio Lombardo. Negli ultimi anni, il gruppo ha sviluppato una riflessione sulle affinità tra alcune delle problematiche sollevate dalla “musica antica” e alcune forme di pensiero musicale attuale, ricercando analogie tra la ricerca della prassi esecutiva del repertorio antico e di quello contemporaneo. Tale riflessione ha stimolato L’Homme Armé ad estendere il proprio campo di ricerca ed esecuzione anche alla musica contemporanea.
La Pifarescha nasce come formazione di alta cappella, ensemble di strumenti a fiato e percussioni diffuso nell’Europa medievale e rinascimentale con il nome di Piffari. Nel repertorio rinascimentale combina le potenti sonorità dell’alta cappella con quelle più morbide della bassa cappella, utilizzando un ampio strumentario: bombarde, tromboni, cornetti, flauti, liuto, viella, viola da gamba, percussioni e molti altri. È presente in importanti Festival Internazionali e ha inciso per varie etichette importanti. Nel 2020, in collaborazione con la Cappella Marciana diretta da Marco Gemmani, ha vinto il primo premio nella categoria Early Music degli International Classical Music Awards (ICMA).
Il programma:
CLAUDIO MONTEVERDI, Adoramus te, Christe a 6
GIOVAN BATTISTA GRILLO, Canzon quartadecima a 4
CLAUDIO MONTEVERDI, Missa in illo tempore a 6: “Kyrie”, “Gloria”
OTTAVIO BARGNANI, Canzon seconda a 4
CLAUDIO MONTEVERDI, Sestina. Lagrime d’amante al sepolcro dell’amata: “Incenerite spoglie”, “Ditelo voi”, “Darà, la notte il sol”, “Ma te raccoglie”, “Chiome d’or”, “Dunque amate reliquie”
LUZZASCO LUZZASCHI, Occhi del pianto mio (strumentale)
CLAUDIO MONTEVERDI, Missa in illo tempore a 6: Credo
GIOVANNI GABRIELI, Canzon seconda a 4
CLAUDIO MONTEVERDI, Missa in illo tempore a 6: Sanctus, Agnus Dei
L’Homme Armé – La Pifarescha – Direttore Fabio Lombardo
L’Homme Armé: Giovanna Baviera, cantus, Marta Fumagalli, sextus, Andrés Montilla Acurero, altus, Paolo Fanciullacci, tenor, Riccardo Pisani, quintus, Gabriele Lombardi, bassus
La Pifarescha: Bruce Dickey, cornetto, Andrea Inghisciano, cornetto, Davide Brutti, cornetto, Mauro Morini, trombone
Andrea Perugi, organo
Posto unico 20€; biglietti acquistabili anche direttamente sul sito del Maggio