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Acqua, Toscana: tariffe troppo care  in 8 province su 10. A cominciare da Firenze, Prato, Livorno, Siena

Acqua, Toscana: tariffe troppo care in 8 province su 10. A cominciare da Firenze, Prato, Livorno, Siena

Tariffe troppo elevate per il servizio idrico, ma in molte aree del Paese, in particolare nel Mezzogiorno, il servizio offerto è fortemente compromesso da reti obsolete. Mentre sul fronte economico sono fortemente penalizzati i cittadini toscani. I più penalizzati sono quelli che vivono a Pisa, Livorno, Pistoia, Prato, Siena, Grosseto, Firenze e Arezzo, con un costo annuo che, nel 2024, va da un minimo di 742 euro a un massimo di 804 euro. E questi sono dati inaccettabili, costi imposti non più proponibili. Nonostante si discuta da tempo di utility o altro, in Regione Toscana e nei comuni nessuno è riuscito a trovare un cambiamento di rotta.

A lanciare l’allarme su una situazione che mette a repentaglio il sistema Paese su un bene primario come l’acqua, è uno studio del Servizio Stato Sociale, Politiche Fiscali e Previdenziali, Immigrazione della Uil, diretto dal segretario confederale Santo Biondo che ha rilevato come, nel 2023, in un terzo delle città del Sud l’acqua è stata razionata, con disservizi che hanno colpito oltre 2 milioni 300 mila famiglie (fonte Istat).

A livello nazionale, la perdita idrica è arrivata al 45,5%, con punte drammatiche in Calabria e Sicilia. Alcune reti locali, inoltre, disperdono più della metà dell’acqua immessa.

 A Isernia, Milano, Campobasso, Cosenza, Savona, Trento, Napoli, Monza, Avellino e Ragusa, invece, si registra una spesa media più bassa che, sempre nel 2024, va da un minimo di 159 euro a un massimo di 276 euro annui. Un quadro preoccupante, aggravato dai cambiamenti climatici, ma anche dai ritardi strutturali e dall’inefficienza di lunga data nella gestione pubblica e privata delle infrastrutture. Dal punto di vista metodologico, l’indagine è stata realizzata elaborando sia informazioni o delibere messe a disposizione dai gestori del servizio idrico pubblici e privati sia alcuni dati Istat. La casistica presa in esame si riferisce a un nucleo familiare composto da 3 componenti e a consumo annuo pari a 180 mc per due annualità.

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