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Cinema: Aki Kaurismäki riceve il Premio Marco Melani 2024, diciottesima edizione

Cinema: Aki Kaurismäki riceve il Premio Marco Melani 2024, diciottesima edizione

Il premio sarà consegnato il 30 novembre a Palazzo D’Arnolfo a San Giovanni Valdarno


Due giornate dedicate (30 novembre e 1° dicembre) al cinema del regista finlandese con incontri e proiezioni

Il premio sarà ritirato dall'attore e musicista Sakari Kuosmanen, protagonisti dei film di Kaurismäki

San Giovanni Valdarno (Arezzo), 21 novembre –  Sarà il regista finlandese Aki Kaurismäki, uno dei più influenti e iconici autori della cinematografia europea, a ricevere il Premio Marco Melani alla carriera, diciottesima edizione, in una cerimonia che si terrà sabato 30 ore 21 (ingresso libero) novembre presso il Palazzo d’Arnolfo a San Giovanni Valdarno (Arezzo).

Il premio sarà ritirato dall’attore e musicista Sakari Kuosmanen, protagonista di molti dei suoi film, come Foglie al vento (2023); L'uomo senza passato (2022) e L'altro volto della speranza (2017),alla presenza del Sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi e dell’Assessore alla cultura Fabio Franchi. Il Premio Marco Melani è promosso dal Comune di San Giovanni Valdarno – Casa Masaccio centro per l’arte contemporanea, in collaborazione con Associazione Culturale H12 con il sostegno di Regione Toscana e il contributo di MiC Direzione Generale Cinema e Audiovisivo.

Dopo Jean-Marie Straub, Chantal Akerman, Lars von Trier, Béla Tarr (solo per citare alcuni dei premiati nelle ultime edizioni) il prestigioso riconoscimento celebra quest’anno la carriera di un regista che - con oltre quarant’anni di attività e più di venti opere cinematografiche - ha saputo creare un universo unico, capace di emozionare e far riflettere, rendendo visibile l’invisibile e raccontando le sfumature più delicate dell’animo umano.

Il Premio Marco Melani tiene viva la memoria del critico e operatore culturale Marco Melani, che partendo da San Giovanni Valdarno tra la fine degli anni ’60 e la metà dei ’90 ha attraversato il cinema italiano e non solo, contribuendo ad animare festival e rassegne e a dare vita a programmi televisivi seminali come La magnifica ossessioneBlob e Fuori orario. Il Premio è un riconoscimento che celebra personalità del mondo del cinema capaci di lasciare un segno indelebile attraverso una visione originale e un’impronta artistica inconfondibile. Fondato e diretto da enrico ghezzi, l’edizione 2024 è a cura di Armando Andria e Gabriele Monaco.

Il Premio è assegnato quest’anno a Kaurismäki con la seguente motivazione: “per la ricerca tenace e coerente di un equilibrio sospeso tra fatalismo, ironia e compassione, con cui ha creato un universo cinematografico unico; per lo sguardo lunare con il quale ha saputo calarsi nel ribollire della condizione umana attraverso un linguaggio sottrattivo e gelidamente estetizzante”. Un tributo all’opera di un regista che ha saputo portare sullo schermo la vulnerabilità e la dignità degli ultimi, attraverso uno stile essenziale e raffinato, dove ogni fotogramma racchiude una poetica intima e universale.

Il programma

Il conferimento del Premio ad Aki Kaurismäki sarà l'occasione per vedere o riscoprire alcuni dei suoi capolavori e discutere del suo cinema con studiosi e critici che vi hanno dedicato la propria riflessione teorica. Il programma della due giorni, oltre alla cerimonia di consegna, prevede nel pomeriggio di sabato 30 una tavola rotonda dal titolo “Perdere è una questione di metodo. Il cinema di Aki Kaurismäki”. Intervengono Fulvio Baglivi (autore TV, Fuori Orario), Rinaldo Censi (storico del cinema,

Accademia di Belle Arti di Bologna), Anna Masecchia (storica del cinema, Università degli Studi di Firenze) e Raffaele Meale (critico, Quinlan), moderati da Armando Andria alle ore 17.30 presso Palomar Casa della Cultura. Dopo la cerimonia di premiazione, alle 21.30 la proiezione di “Foglie al vento” ultimo film di Aki Kaurismäki. Domenica 1 dicembre presso Palomar Casa della Cultura alle 17 è prevista la proiezione di “Calamari Union” del 1985 introdotto da Sakari Kuosmanen. A seguire, alle 18.30 la proiezione di “Per Marco e Adriano” – materiali su Marco Melani e Adriano Aprà,  presentati da Fulvio Baglivi. E alle 21, la giornata si concluderà con la proiezione de “L’uomo senza passato” del  2002, introdotta da Gabriele Monaco.

Un maestro del cinema europeo
Nato in Finlandia, Kaurismäki ha intrapreso il suo percorso negli anni Ottanta insieme al fratello Mika, fondando di fatto la cinematografia finlandese contemporanea. Le sue prime opere, tra cui Delitto e castigo (1983) e Calamari Union (1985), hanno gettato le basi di un linguaggio cinematografico che sarebbe diventato il suo marchio di fabbrica: minimalista, asciutto e intensamente empatico. Tra i suoi temi principali spiccano la solitudine, l’alienazione e la disillusione verso le promesse di progresso, elementi centrali anche in film successivi come La fiammiferaia (1990); L’altro volto della speranza (2017) Orso d’Argento al Festival di Berlino; L’uomo senza passato (2002) Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes; Foglie al vento (2023) Premio della Giuria al Festival di Cannes. Fin dagli esordi, Kaurismäki ha saputo farsi interprete del disagio esistenziale della società finlandese, rispecchiando le tensioni sociali, politiche ed economiche che l’hanno attraversata negli anni Ottanta e Novanta. Un periodo di trasformazione, tra la fine dell’influenza sovietica e l’integrazione nell’Unione Europea. Questo momento di transizione, con la crescente disillusione verso le promesse di progresso e prosperità, è uno degli elementi che Kaurismäki esplora con maggiore forza.

Un cinema di umanità e ironia
Kaurismäki si distingue per il suo stile anti-melodrammatico e sottrattivo, fatto di dialoghi scarnificati, atmosfere rarefatte e recitazioni minimali. I suoi protagonisti, spesso figure marginali e vulnerabili, trovano riscatto nella solidarietà umana, rivelando una visione profonda e complessa della condizione umana. Il regista finlandese, attraverso il suo "umorismo dell’assurdo" e una lente malinconica, trasforma ogni storia in un momento di riflessione sull’essenza della vita, facendo di ogni inquadratura un quadro di essenzialità e dignità.

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