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Appello di Mattarella: “La fame a gaza è disumana. Questa non è sicurezza”

Appello di Mattarella: “La fame a gaza è disumana. Questa non è sicurezza”

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
(Foto Quirinale.it)

ROMA – Sergio Mattarella affronta di petto il “nodo Gaza” con parole chiarissime che riportano l’Italia in linea con le posizioni dei grandi Paesi europei che da qualche settimana premono sul governo di Benjamin Netanyahu affinché apra almeno la Striscia di Gaza agli aiuti umanitari. Il presidente della Repubblica ha parlato al Quirinale davanti alla premier Giorgia Meloni e al ministro degli Esteri Antonio Tajani e soprattutto davanti al corpo diplomatico accreditato in Italia, cioè gli ambasciatori, coloro i quali registrano alle loro cancellerie le posizioni di chi li ospita.

“S’impone subito – ha affermato – il cessate il fuoco a Gaza. E’ disumano che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani: l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali per la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone”.

E ancora: “I palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi”, spiega il capo dello Stato metaforizzando efficacemente la linea dell’Unione europea di “due popoli due Stati”. Ma il concetto forte è l’inaccettabilità della fame di bambini ed anziani come strumento di guerra: Israele non può rifiutarsi “di applicare le norme del diritto umanitario ai cittadini di Gaza”, sottolinea. Poi, probabilmente riferendosi alle continue occupazioni di terreno in Cisgiordania aggiunge: “è grave l’erosione di territori attribuiti alla Autorità Nazionale Palestinese”.

L’analisi del presidente è preoccupata e spazia dall’Europa, quindi dal conflitto in Ucraina, al Medio oriente. Per questo esprime un concetto generale che può essere letto come una critica sia alla Russia di Putin che all’Israele di Netanyahu: “l’occupazione illegale di territori di un altro paese non può essere presentata – argomenta – come misura di sicurezza: si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio della barbarie nella vita internazionale”. Il capo dello Stato premette con chiarezza quanto l’attacco del 7 ottobre di Hamas sia stato disumano e “sanguinario” e quanto sia preoccupato dai fenomeni di antisemitismo che si moltiplicano in tutto il mondo. Per questo Mattarella li lega a quelli che evidentemente sono errori di Netanyahu e non del popolo ebraico.

“Questa prospettiva e la sicurezza di Israele – elementi imprescindibili – appaiono gravemente minacciate dalla semina di sofferenza e di rancore prodotta da quanto sta accadendo”, spiega ancora ai diplomatici. Poi certo siamo al 2 giugno, festa della Repubblica nata da un referendum molto partecipato e Mattarella non si stanca di declinare i valori costituzionali, a partire dalla pace. “L’ordine mondiale che abbiamo conosciuto per decenni appare compromesso”, ammette. I tempi sono bui e non ci si può permettere di approcciare i problemi di questa portata con superficialità.

Per questo chiude il suo intervento con una stoccata alla politica: “la pace non è un ideale per anime ingenue, stroncato poi dal severo giudizio della storia. La pace è esperienza che statisti lungimiranti hanno saputo pazientemente costruire. Occorre proseguirne l’opera. Non ci si deve – e non ci si può -limitare a evocarla. È necessario impegnarsi perché prevalgano i principi della leale collaborazione internazionale, della convivenza pacifica, realizzati mediante il dialogo, la costruzione di misure crescenti di fiducia vicendevole”.

Statisti lungimiranti, dice proprio così. Perchè “il compito di attuare in concreto gli ideali costituzionali, di renderli vivi nella società quale costante criterio ispiratore delle scelte, è una missione mai esaurita, affidata ogni giorno anzitutto alla premura di quanti, con dedizione e competenza, prestano la loro opera nelle istituzioni”.

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