
Dopo il vertice Ue, Giorgia Meloni è tornata sulla sua risposta in aula, ieri, mercoledì 19 marzo, sul manifesto di Ventotene. Affermando: “Ritengo che l’essenza di alcuni passaggi che ho letto di quel manifesto” è “che il popolo non è in grado di autodeterminarsi. Nel momento in cui si distribuisce quel testo, che messaggio voleva dare la sinistra? Sono rimasta sconvolta dalla reazione che ho visto ieri in aula, con parlamentari della Repubblica che sono arrivati sotto i banchi del governo con insulti e ingiurie. Penso francamente che la sinistra stia perdendo il senso della misura”.
Da parte della sinistra c’è stata una “reazione assolutamente scomposta” che mostra “un’anima illiberale e nostalgica” della sinistra che ha “oggettivamente delle difficoltà a confrontarsi con le idee degli altri. Io non ho difficoltà. Sono molto convinta delle mie, le rivendico e penso che questa sia la base della democrazia e quindi il problema credo che ce l’abbiano altri”, ha detto Meloni aggiungendo “Io rivendico di non essere d’accordo”, ma “non ho insultato nessuno, quella insultata sono stata io, ampiamente”.
Giallo intanto sulla cena di Ecr di ieri notte dopo lo scontro alla Camera sul Manifesto di Ventotene. Meloni smentisce le ricostruzioni secondo cui lei avrebbe detto di aver teso ‘una trappola’ in cui le opposizioni sarebbero ‘cascate con reazioni isteriche’. Di una trovata ‘mediaticamente geniale’ avrebbero parlato gli eurodeputati di Fdi brindando all’andamento della seduta a Montecitorio.