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Ospedale di Pescia: verso la chiusura del punto nascita. La Regione: “Il Ministero non concede deroga”

Ospedale di Pescia: verso la chiusura del punto nascita. La Regione: “Il Ministero non concede deroga”

(foto sito Usl Toscana Centro)

PESCIA (PISTOIA) – E’ negativo il parere del Ministero della salute in merito alla richiesta di deroga alla chiusura del Punto nascita dell’ospedale Santi Cosma e Damiano di Pescia, in provincia di Pistoia. La risposta ministeriale, si spiega in una nota della Regione Toscana, è arrivata dopo tre anni dall’istanza che gli uffici dell’assessorato al diritto alla salute avevano presentato a giugno 2022.

“Il ministero della Salute ha detto no, nonostante l’impegno della Regione Toscana a difendere fino in fondo la richiesta di deroga – dichiara il presidente della Toscana, Eugenio Giani -. In ogni caso come Regione non ci fermiamo. A Pescia stiamo sviluppando un polo di riferimento regionale per la salute femminile, dove si abbattono le liste d’attesa, si diagnosticano precocemente tumori, si curano patologie complesse grazie a tecnologie avanzate e personale altamente specializzato. Continuiamo ad investire e a credere in una sanità pubblica accessibile e di valore”.

“Con profondo rammarico, a tre anni dalla nostra richiesta, prendiamo atto della decisione del Ministero della Salute di non concedere deroghe alla chiusura del Punto nascita dell’ospedale di Pescia – commenta l’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini -. Il disappunto è grande: tre anni di silenzio rappresentano una mancanza di rispetto, prima di tutto verso la comunità della Valdinievole. Il parere del Comitato percorso pascita del ministero della Salute è del gennaio 2023 ma è stato notificato alla Regione Toscana dopo più di due anni. Un ritardo irrispettoso e inaccettabile. Inoltre intima alla Regione di trasmettere al ministero il decreto di chiusura, togliendo ogni elemento di discrezionalità”. Bezzini assicura che “continueremo a impegnarci con lo stesso spirito che ci ha guidato dal 2022. Da quel momento, in una fase delicata per il sistema sanitario nazionale, abbiamo lavorato nella prospettiva di un parere che tardava ad arrivare ma che ci auguravamo fosse positivo. Invece è arrivato a quasi tre anni dalla richiesta, è stato negativo e anche fortemente perentorio, senza lasciare alcun margine di valutazione alternativa rispetto alla chiusura del reparto”.

“Anche di fronte a decisioni come queste – conclude -, il nostro impegno rimane quello di garantire servizi di qualità e potenziare la sanità locale. Continueremo a lavorare in questa direzione”

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