
Non mancano le polemiche, soprattutto politiche e strumentali, ma vedo come un fatto positivo l’arrivo di Poste Italiane come primo azionista di Tim. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante, che era già azionista del 9,81% dell’operatore tlc italiano, ha annunciato ieri, 29 marzo 2025, un accordo con Vivendi per l’acquisto di una quota del 15% di Tim. Al perfezionamento di questa operazione, atteso per il primo semestre, Poste Italiane salirà al 24,81% nel capitale sociale dell’operatore tlc italiano.
Un’operazione, ha spiegato il gruppo guidato da Del Fante in una nota, che “rappresenta per Poste Italiane un investimento di natura strategica, realizzato con l’obiettivo di svolgere un ruolo di azionista industriale di lungo periodo, che possa favorire la creazione di sinergie tra Poste Italiane e Tim, nonché apportare valore aggiunto per tutti gli stakeholder, oltreché promuovere il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia”.
Poste Italiane, che per l’acquisto delle azioni in mano a Vivendi ha sborsato 684 milioni di euro (al prezzo di euro 0,2975 euro per azione) ha precisato, che “non intende acquisire una partecipazione superiore alla soglia rilevante ai fini della disciplina sulle offerte pubbliche di acquisto obbligatorie”. Intanto ricorda Poste Italiane “è in fase avanzata la negoziazione per la fornitura di servizi per l’accesso di Postepay – società interamente controllata da Poste Italiane – all’infrastruttura di rete mobile di Tim a partire dal primo gennaio 2026”.
Inoltre, sono in corso valutazioni finalizzate all’avvio di partnership industriali volte a valorizzare le molteplici opportunità per la realizzazione di sinergie tra le due aziende nei settori della telefonia, dei servizi Ict e dei contenuti media, dei servizi finanziari, assicurativi e dei pagamenti, e dell’energia. Vivendi, dal canto suo, al termine di questa operazione manterrà una quota del 2,51%. Il gruppo francese ha ricordato di avere “più volte manifestato l’intenzione di vendere la sua partecipazione in Tim a condizioni finanziarie favorevoli”. Il gruppo era sceso sotto la soglia del 20% lo scorso 18 marzo.
L’acquisto del 15% di Tim che era in mano a Vivendi da parte di Poste Italiane che diventerà così il primo azionista dell’operatore tlc italiano con il 24,81% “ci fa sperare nell’avvio di un progetto industriale che metta in sinergia queste due importanti realtà industriali”, spiega il segretario generale della Uilcom Salvatore Ugliarolo esprimendo un “giudizio positivo” sull’operazione. Questa operazione, spiega, “ci fa sperare che non sia puramente finanziaria ma che sia un’operazione con una logica industriale seria con due grandi aziende come Poste e Tim. E’ chiaro che ci aspettiamo da parte del governo che ci dia e che ci fornisca qualche elemento in più rispetto all’operazione visto che Poste ha ancora un azionariato pubblico. Aspettiamo che il Governo ragguagli le parti sociali. Confidiamo che magari nei prossimi giorni e nelle prossime settimane avremmo qualche informazioni in più rispetto a questa operazione”.
Vivendi, sottolinea Ugliarolo commentando l’uscita di scena del gruppo francese che dopo questa cessione manterrà una quota del 2,51%, “era risaputo che era in attesa di trovare il momento giusto per ridurre la sua quota. Già da qualche tempo Vivendi aveva già un po’ abbandonato la governance del gruppo uscendo dal Cda. Quindi alla fine non era nemmeno più un interlocutore per noi”. Con Poste “speriamo in qualcosa di diverso. Vivendi era un investitore. Speriamo che Poste Italiane sia un’azienda per realizzare qualcosa di industriale. E’ il nostro augurio”.