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Alberto Giuntoli: il paesaggista toscano premiato in America per aver progettato un anello verde intorno a Pompei

Alberto Giuntoli: il paesaggista toscano premiato in America per aver progettato un anello verde intorno a Pompei

Un’altra voce del territorio a Toscana Post. Una chiacchierata con Alberto Giuntoli architetto fiorentino.
Giuntoli si laurea a Firenze con una tesi sul Giardino rinascimentale di Boboli, è accademico dei Georgofili e da alcuni anni è professore incaricato presso l’Università di Firenze al Master di Paesaggistica. Giuntoli è International member della American Society of Landscape Architects (ASLA), direttore della rivista di giardini ed orticultura il Bullettino, e presidente della Società Toscana di Orticultura, la più antica associazione di orticultura italiana.
 
Alberto Giuntoli, insieme al suo studio è il primo italiano a vincere l’ambito premio Professionals Award of Excellence assegnato dall’American Society of Landscape Architects (ASLA) per il progetto “A green ring for the ancient city of Pompeii".
 
Un anello verde intorno alle antiche mura di Pompei, un progetto che mixa sostenibilità ambientale, qualità della vita di chi frequenta il sito e completa accessibilità.
 
Un toscano le cui competenze e i successi , sono andati ben oltre i confini della nostra regione.

Fig.1 Con Logo

Dott. Alberto Giuntoli, poco tempo fa lei assieme al suo studio ha ritirato un prestigiosissimo premio, il Professional Award of Excellence assegnato dall’American Society of Landscape Architects (ASLA) per il progetto “A Green Ring for the Ancient City of Pompei”. Che traguardo e che emozione è stata per lei e i suoi collaboratori?
 
Devo dire che è stato un obiettivo molto importante, siamo stati i primi in Italia ad ottenere questo premio che, negli anni, è stato conferito ai più importanti studi di architettura del paesaggio del mondo, studi che hanno centinaia se non addirittura migliaia di architetti e quindi riuscire a confrontarsi con loro è stata davvero una grande soddisfazione. Io e la mia socia Silvia Bellesi siamo andati alla conferenza annuale di ASLA a Washington D.C. per partecipare alla cerimonia di premiazione che è stata davvero molto emozionante. Quel giorno abbiamo anche avuto l'onore di essere ricevuti dalla Ambasciatrice italiana in USA che ci ha fatto i complimenti anche sui canali social dell'ambasciata, non potevamo veramente sperare di più.       
 
Un anello verde intorno a Pompei, un progetto ambizioso che prevede sostenibilità ambientale e rigenerazione. Come nasce e cosa prevede?

Nasce dalla collaborazione con i funzionari del Parco Archeologico di Pompei, in particolare Paolo Mighetto, Maurizio Bartolini e Vincenzo Calvanese, oltre che con il direttore Gabriel Zuchtriegel. Con loro abbiamo avuto la massima condivisione degli obiettivi e della visione. Il progetto ha l'ambizione di recuperare il rapporto paesaggistico ed ecologico con la bellissima campagna che si trova tra il parco ed il Vesuvio e con il golfo di Napoli. Soprattutto però l'anello verde integra una serie di funzioni (aree relax, aree gioco, bar, nuove visuali sugli scavi, aree quiete, ecc.) per i visitatori del parco ma anche per i cittadini di Pompei stessa che ne potranno usufruire gratuitamente. Tutto con grande attenzione alla accessibilità ed alla fruibilità per tutti: l'accesso sarà garantito per tutti anche attraverso mezzi elettrici, la parte informativa sarà integrata da pannelli informativi interattivi e saranno presenti spazi per le famiglie e aree quiete anche per persone con disturbi nello spettro autistico.     

Il progetto è stato finanziato? Si realizzerà? 

Il progetto è tutto finanziato, in gran parte dal Parco Archeologico e parzialmente dai fondi PNRR. Il primo lotto, che è quello più importante, è già in corso e dovrebbe essere completato entro la prossima estate. Subito dopo i lavori si completeranno con un secondo lotto.

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Oltre al suo progetto e la sua professione, lei mette le sue competenze a servizio della società storica di orticoltura di cui è presidente. La Società nata nel 1854, una delle più antiche società a livello internazionale di orticoltura, frutticoltura, del giardinaggio e della botanica. Di cosa si tratta? Quali sono le principali attività che vengono fatte durante l’anno dalla Società ?

La Società Toscana di Orticultura è nata 170 anni fa su inspirazione della Accademia dei Georgofili e da allora ha l'ambizione di promuovere la cultura dei giardini, della botanica ornamentale e del paesaggio. La STO è sempre stata una associazione senza scopo di lucro, adesso è una Associazione di Promozione Sociale, e persegue i suoi obiettivi attraverso canali diversi, in primis organizza corsi di formazione per amatori e professionisti, conferenze, e poi anche le mostre mercato di Firenze, Greve, Siena, Portoferraio ecc. dove, oltre alla vendita di piante e prodotti per il giardino, organizziamo laboratori per adulti e bambini, conferenze di esperti, presentazioni di libri, ecc. 

Il nostro giornale si chiama Toscana Post e racconta attraverso chi ci vive e ci lavora la Toscana di oggi, provando a stimolare un dibattito per migliorarla ancora domani. Ci può dire secondo lei, in base alle sue esperienze qualcosa di positivo da tutelare in questa regione e cosa invece non va e dovrebbe essere migliorato? 

La Toscana è un luogo straordinario, il mio studio lavora in ambito internazionale da molti anni e così ho avuto l'occasione di visitare moltissimi paesi in giro per il mondo, posso garantire che la nostra piccola regione è apprezzata ovunque. La bellezza della Toscana è dovuta al perfetto connubio raggiunto tra il lavoro dell'uomo e le risorse naturali, siamo stati fortunati perché abbiamo ricevuto in dono dei luoghi bellissimi, ma è grazie al lavoro umano nei secoli che siamo arrivati a questi risultati eccezionali. Dobbiamo conservare questa visione anche per il futuro: andare avanti con uno sviluppo che preservi le risorse naturali e paesaggistiche limitate ma allo stesso tempo promuova la giustizia sociale e valorizzi tutte le opportunità che lo sviluppo tecnologico ci consente. Non dobbiamo essere provinciali e adagiarci su quello che già abbiamo, in tanti paesi si sta già pensando a come coniugare i valori umani con la sostenibilità ecologica e paesaggistica, anche noi dobbiamo adeguarci a questo passaggio. 

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Le foto inserite nell'articolo sono rendering del progetto vincitore del premio
 

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