Domingo Santoro nasce in un piccolo paese della Calabria da una famiglia semplice che presto si trasferisce in Toscana, terra dove Domingo cresce fino a diventare il professionista che oggi è.
A Certaldo, paese dal quale proviene, in provincia di Firenze, si accorge che i capelli e le acconciature sono la sua passione. Da anni ormai lavora e vive a Roma e, dopo una lunga gavetta, ha reso l’hair design per il cinema la sua professione.
I David di Donatello lo avevano già conosciuto con candidature, ma quest’anno, nel 2025 è arrivata la statuetta per la migliore acconciatura vinta con il film”Le Déluge – Gli ultimi anni di Maria Antonietta” di Gianluca Jodice. Le acconciature sono di Domingo Santoro con il maestro Aldo Signoretti.
Per Domingo l’Hair design nel cinema è passione e lavoro, Roma è il suo oggi, ma ama profondamente le sue radici e nel futuro si vede in Toscana e in Calabria.

Domingo Santoro, come nasce la passione per le acconciature e per il tuo lavoro?
La mia passione nasce subito con Rosanna e Antonella da Ciuffi&Gel negozio molto noto a Certaldo, lavorando lì ho iniziato ad entrare nel mondo delle sfilate milanesi. Antonella è stata la mia maestra per eccellenza, la persona che mi ha fatto innamorare di questo lavoro.
Con loro ho lavorato fino a 18 anni, poi ho fatto un’esperienza a Londra e ho conosciuto nuove realtà e la mia mente si è aperta a nuove possibilità.
Da un negozio di Certaldo in provincia di Firenze a Roma al grande cinema, quale è stato il tuo percorso?
Dopo Londra sono arrivato a Roma e ho iniziato, grazie a conoscenze a camminare sui set cinematografici e lì ho finalmente capito che quello era il mio lavoro.
Ho subito cercato il maestro migliore per cercare di fare la giusta gavetta, quella che oggi consiglio a tutti, purtroppo c’è molto la tendenza ad accorciare le tappe, così ho trovato Aldo Signoretti. Mi sono presentato e l’ho chiamato e cercato per un anno intero, poi finalmente mi ha chiamato nel suo team. Con Aldo sono cresciuto molto e ho imparato le basi di questo mestiere.

Quali sono le emozioni di lavorare su set importanti come quelli che hai calcato tu? Quali film ti sono rimasti nel cuore?
Amo questo lavoro perché ti fa entrare sempre nella storia del copione, ogni film ti permette di approfondire la vita, la storia dei vari personaggi, per poi farla tua e trovare una visione, una tua interpretazione. Il nostro lavoro è fatto di collaborazione, va trovata una sinergia con i costumi, con il trucco, si cerca insieme di interpretare al meglio le nostre idee e i nostri pensieri.
Non ho film del cuore, li ho tutti nel cuore, in ogni film e successo qualcosa di importante, i film sono la mia vita, da sempre adoro il cinema. Ogni film fa parte del momento che vivo, fanno parte del mio Karma.
Il meritatissimo David è arrivato pochi giorni fa per il Film “Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta”. Che emozione è stata? Un arrivo o una nuova partenza?
Il David per Le Déluge è stata la conferma che con l’impegno tutto arriva – tutto si può realizzare se si vuole – io sono una persona semplice nato in Calabria in un paesino sperduto, nessuno, io compreso, avrebbe immaginato che potessi arrivare fin qui. Dobbiamo crederci fino in fondo, sempre.
Sul film Le Déluge ho dato il massimo, amo quell’ epoca, mi piace tantissimo. Amo la leggerezza che aveva Maria Antonietta e quindi insieme ad Aldo Signoretti abbiamo cercato di dare alle nostre acconciature quel tipo di leggerezza, delle nuvole spettinate. Gianluca Jodice è un grande regista e il film ha avuto un cast di produzione straordinario.
Se il David è un arrivo o una partenza? si parte sempre, non si arriva mai, ogni fine è un nuovo inizio.

Le acconciature di quel film sono straordinarie, quanto lavoro c’è di pensiero e di pratica per arrivare a un risultato così?
Le acconciature nascono da idee condivise con il trucco e i costumi, poi ci si confronta con il regista, a volte capita che da quel colloquio devi riformulare tutto, altre volte l’idea è già perfetta, spesso nascono all’improvviso (cammini per strada e vedi qualcosa che ha quella forma che cercavi, torni a lavoro e la realizzi. Tecnicamente i film ambientati nel 1700 sono molto belli, si costruiscono parrucche a partire da una piccola tessitura fino ad arrivare al lavoro completo che si vede in scena, usiamo materiali come lo yak, la stoppa, il sintetico, la carta, il cotone, la spugna e il filo di ferro che spesso si usa per fare delle gabbiette come base per le acconciature ampie.

La Toscana la porti nel cuore, oggi la tua vita è a Roma, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Sono nato in Calabria e cresciuto in Toscana. Amo entrambe perché mi hanno dato gli anni più importanti in quanto crescita ed educazione, Roma è bellissima, ma il mio futuro è toscano-calabrese. Mai dimenticare le proprie radici.