Irene e Lorenzo sono due ragazzi trentenni, da poco sposati, che vivono insieme a Campi Bisenzio. Irene è educatrice specializzata nella LIS mentre Lorenzo ha scelto di dedicare la sua vita allo sport e gioca come professionista in una squadra di basket in carrozzina.
Si sono conosciuti per caso in uno studio di tatuatori, erano lì entrambi per farsi un tatuaggio. Irene ha visto e sentito parlare Lorenzo e si è incuriosita, gli è venuta voglia di conoscerlo, ma quella volta non è successo nient’altro.
Qualche anno prima, Lorenzo aveva avuto un terribile incidente sul lavoro e da allora è costretto a muoversi sulla sedia a rotelle che lo ha portato a ridefinire e riorganizzare tutta la sua vita con una nuova prospettiva, nuove abitudini e interessi.
L’incontro vero e proprio è arrivato dopo un anno da quello sguardo dal tatuatore e da quel momento non si sono più lasciati. Entrambi, curiosi di scoprire il mondo, una delle prime volte che si sono visti hanno deciso di creare una “scatola dei viaggi” in cui “riporre” tutte le mete dei loro sogni. Da subito volevano mettersi alla prova e non fermarsi di fronte ai possibili ostacoli di barriere sia fisiche che mentali.
Il primo biglietto estratto da quella scatola è stato “Cuba”: sono partiti e da allora non si sono più fermati. Con il tempo, paese dopo paese, hanno anche aperto delle pagine social, in cui fanno vedere i loro viaggi e aiutano gli altri a capire come abbattere le barriere architettoniche, come non arrendersi di fronte alle difficoltà e quanto la vita sia bella nonostante a volte ti si presenti davanti con difficoltà che sembrano insormontabili.
La passione per i viaggi è sempre stata forte, quali luoghi vi sono rimasti nel cuore?
Tanti luoghi ci sono rimasti nel cuore e tutti in un modo o in un altro ci hanno lasciato qualcosa. Partendo dalle Azzorre per la loro bellezza incontaminata e anche per la loro accessibilità pur essendo in mezzo all'oceano atlantico. La Tanzania per il suo popolo e per la sua accoglienza, arrivando alle bellezze di Petra, in Giordania o l'alba riflessa sul Taj Mahal in India ed infine la sterminata tundra della Lapponia con la sua meravigliosa aurora boreale.
Molti di questi Paesi non sono famosi per la loro accessibilità, ma li affrontate con un’accurata organizzazione preventiva. Come vi organizzate?
Il nostro spirito è l’avventura, evitiamo viaggi organizzati e confortevoli che magari garantirebbero una completa accessibilità, ma ci priverebbero il gusto di personalizzare e scoprire i vari luoghi. Per affrontarli la nostra organizzazione è pensata nei minimi dettagli. Studiamo con google maps o immagini la struttura delle tappe di viaggio, a quel punto scegliamo le ruote che dobbiamo utilizzare ed altri accessori che possono esserci utili. Dopo tante esperienze in giro per il mondo sappiamo che possiamo contare l'una sull'altro, siamo una squadra e la nostra forza è la fiducia che abbiamo in chi incontriamo che può sempre aiutarci
Quali difficoltà avete trovato e come le avete risolte?
Non neghiamo che i nostri viaggi sono stati spesso un rischio, ma ne è valsa sempre la pena. Una delle nostre più grandi preoccupazioni sono i bagni, troviamo difficoltà nel trovare alloggi accessibili, spesso siamo costretti a scendere a dei compromessi. Nel viaggio a Petra abbiamo fatto un lungo percorso, in molti ce lo avevano sconsigliato, ma non potevamo rinunciare a tanta bellezza. Effettivamente la stanchezza era tanta per affrontare il ritorno, ma grazie alla gente del posto siamo tornati a dorso d’asino. Ci sono voluti tre asini, uno aveva sul dorso la carrozzina.
Sui social date consigli sui vari Paesi che visitate, come è nata l’idea di aiutare gli altri?
Inizialmente appuntavamo tutto su un quaderno e ci confrontavamo tra persone che vivono la nostra stessa situazione. Spesso sui social o in chi fa informazione leggevamo l'elenco di cosa NON potevamo fare in vacanza, questo ci ha spinto a condividere sui social le nostre esperienze per far vedere cosa è possibile fare e come lo abbiamo fatto. Secondo noi un approccio positivo può portare una persona disabile, la sua famiglia o gli amici a superare quelle paure o quei limiti che ci sembrano invalicabili.
Lorenzo non si è mai arreso, dimostrando che anche dopo un incidente così grave, si possono fare cose appaganti. Quali sono le cose che si possono fare, ad esempio in Toscana?
L'incidente ti toglie tanto e questo è fuori discussione, al tempo stesso è giusto rimettersi in gioco. Lo sport è stato terapeutico sia da un punto di vista fisico che mentale. In Toscana sotto questo aspetto non possiamo lamentarci, ci sono diverse società, associazioni che si occupano di sport paralimpico. La differenza la fanno le persone, anche le iniziative che partono da tanti cittadini e dalle istituzioni sono fondamentali.
A che punto siamo in Toscana sull’abbattimento delle barriere architettoniche?
Se dobbiamo essere onesti la Toscana come l’Italia, non ha ancora fatto grandi passi avanti, quantomeno non a sufficienza. Pensiamo ai mezzi pubblici, ai nostri centri storici, o agli edifici storici vincolati. Serve superare questo approccio “imbalsamatore” delle nostre città, non possono essere solo a misura di turista, ma devono essere a misura di chiunque.
Quali sono secondo voi i pregi della nostra regione e cosa invece potrebbe essere migliorato?
Un pregio è la bellezza e la varietà della Regione. Non dobbiamo però accontentarci dobbiamo tutelare le nostre bellezze e migliorarci. Noi ci crediamo, perché quando giriamo per il mondo, facciamo amare la nostra Toscana attraverso i nostri racconti.
I social di Irene e Lorenzo
https://www.instagram.com/viaggi_aruotalibera?igsh=MW1qdmwwbWFpYTM1NA==
https://www.facebook.com/share/AbwX9LNHQKMmLGm1/?mibextid=LQQJ4d